130° Corrado Alvaro, Morace a San Luca: ‘Trattato peggio dallo Stato, che dalla ‘Ndrangheta’

"Quale fondazione, in Calabria, ha realizzato ciò che abbiamo fatto noi?" ha detto l'ex Presidente. E poi un appello ai commissari: "Rinuncino ai compensi"

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Nel giorno in cui Corrado Alvaro avrebbe compiuto 130 anni, San Luca si ritrova orfana della Fondazione che ne custodiva la memoria. In un paradosso amarissimo, mentre il mondo della cultura avrebbe dovuto omaggiare una delle voci più alte e profonde della letteratura del Novecento, la Fondazione Corrado Alvaro viene sciolta per decreto della Prefettura di Reggio Calabria.

Un colpo al cuore della cultura calabrese, un atto che, proprio nell’anno dell’anniversario del grande scrittore, lascia una casa-museo chiusa e un territorio spogliato di uno dei suoi presìdi culturali più autentici. Ma la risposta non si è fatta attendere: questo pomeriggio, proprio davanti a quella casa silenziosa, si è riunita la Calabria che resiste, quella che crede nella cultura come atto di riscatto, come forma di identità e memoria.

Il Comitato 15 Aprile ha lanciato un appello alla popolazione, raccogliendo una partecipazione ampia e sentita. Tra i presenti, figure simboliche come Mimmo Lucano, europarlamentare e sindaco di Riace, il prof. Tonino Perna, ex vicesindaco di Reggio Calabria, e Aldo Maria Morace, ex presidente della Fondazione Corrado Alvaro, che ha affidato a CityNow un duro sfogo carico di dolore, indignazione e richieste di verità.

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Morace: “Trattato peggio dallo Stato che dalla ‘Ndrangheta”

La voce di Aldo Maria Morace si è alzata con forza durante l’incontro, esprimendo un sentimento di delusione e frustrazione nei confronti delle istituzioni statali.

“Mi sono sentito trattato peggio dallo Stato che dalla ‘Ndrangheta – ha affermato, denunciando una situazione che, a suo dire, va ben oltre l’amministrazione di una fondazione culturale. Per fortuna, per 25 anni, benché abbia dato notevole fastidio, la ‘Ndrangheta mi ha ignorato. Lo Stato, invece, mi ha vituperato, dopo che per 40 anni ho servito, a livello culturale, questo paese. Siamo al ridicolo”, ha continuato, riferendosi alle difficoltà e alle umiliazioni vissute nel corso degli anni, nonostante il lavoro svolto dalla Fondazione.

Le controdeduzioni della Fondazione: “Un lavoro straordinario”

A difesa del lavoro svolto dalla Fondazione, Morace ha sottolineato come le controdeduzioni presentate siano “stringenti” e ben documentate.

“Quando si dice che non abbiamo raggiunto lo scopo – ha spiegato – ci sono tonnellate di scolaresche che possono affermare il contrario, soprattutto per quanto riguarda la divulgazione della figura di Alvaro”.

Morace ha poi elencato i risultati ottenuti dalla Fondazione negli ultimi 25 anni:

“Abbiamo prodotto 35 volumi, bibliografie scientifiche, digitalizzazioni accessibili agli studiosi di tutto il mondo. Non c’è nessuna fondazione in Calabria che abbia realizzato la metà di ciò che abbiamo fatto noi”.

Lo scioglimento: una decisione politica

Il prof. Tonino Perna, che ha partecipato attivamente alla discussione, ha ribadito quanto già espresso in altre occasioni, ovvero che lo scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro non è dovuto a un fallimento amministrativo, ma rappresenta un chiaro provvedimento politico volto a spegnere ogni voce dissenziente.

Morace ha confermato le parole del collega, sostenendo che l’impegno della Fondazione non è mai stato un mero lavoro istituzionale, ma una vocazione primaria:

“Si vuole spegnere ogni voce che possa rappresentare un controaltare. L’importante è militarizzare, colonizzare e spegnere. Basta fare intorno macerie”.

Il commissariamento: trasparenza e interrogativi

Un altro punto fondamentale toccato da Morace riguarda il costo del commissariamento della Fondazione.

“Adesso esigo trasparenza – ha detto, chiedendo chiarimenti sui costi legati alla gestione straordinaria. Chi paga il commissariamento? Per 25 anni siamo venuti qui gratis, a nostre spese. Coloro che hanno coadiuvato la vita della Fondazione lo hanno fatto senza prendere rimborsi. Ora, chi si sta occupando della fondazione potrebbe avere almeno la buona etica di rinunciare ai compensi, se noi lo abbiamo fatto per 25 anni, loro lo posso fare per 18 mesi”.

Il commissariamento, secondo Morace, ha avuto l’effetto di allontanare ulteriormente le persone dallo Stato, soprattutto dopo che San Luca ha subito due commissariamenti in pochi giorni.

“Cosa vogliono fare? Tenere questo posto come l’accolita di banditi? Sarebbe interessante se il Ministro spiegasse l’antitesi tra le affermazioni della Commissione Antimafia e quanto invece è stato perpetrato con la commissione d’accesso”.

Un territorio che resiste

L’evento di questo pomeriggio ha rappresentato molto più di un semplice omaggio a Corrado Alvaro. È stato un grido di resistenza e di orgoglio per una terra che continua a lottare per la sua cultura, per la sua identità e per il suo futuro.

Un momento di speranza, ma anche un forte messaggio alla politica: la cultura, in Calabria, è un bene fondamentale, da difendere a ogni costo.

La casa-museo di Corrado Alvaro, chiusa in occasione di questa ricorrenza, resta un simbolo di quanto ancora ci sia da fare per onorare davvero la memoria dello scrittore e per tutelare l’eredità culturale che ha lasciato. Un’eredità che, malgrado le difficoltà e le polemiche, non smetterà di parlare alla Calabria e al mondo intero.

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