Viola, Porto: "Cavalchiamo l'entusiasmo. Il PalaCalafiore ha bisogno di un restyling"

di Domenico Suraci - Un pezzo di storia neroaranc

di Domenico Suraci – Un pezzo di storia neroarancio e del basket reggino, mancato rugbysta, legatissimo a Reggio Calabria, un amore viscerale, ricambiato da chi lo conosce per il suo stile pacato, per i suoi modi educati,  si rimane consapevoli che per le dimensioni della sua mano che ha realizzato tanti canestri, sia meglio averlo come amico. Nella città, ormai diventata “sua” ci vive infatti da 37 anni a questa parte, dal 1981 al 1986, con il numero 13 ha portato in alto il nome della Viola sul parquet e non solo.

Tanta esperienza anche come dirigente a partire dalla Viola di Versace e Ginobili e con le successive gestioni, quando si viveva di pane e basket e la Viola era abituata a palcoscenici nazionali.

Ai microfoni di CityNow Sport ci ha spiegato cosa significa per lui la Viola e la soddisfazione di esser stato nominato Club Manager.

Con quale metodo lavorerai insieme ai tuoi colleghi dell’area tecnica, al nuovo progetto?

“Tutto quello che andremo a fare sarà sempre condiviso, parleremo sempre prima di agire, in collaborazione con Cesare San’Ambrogio, dirigente settore giovanile, contatteremo le società del territorio e limitrofe per proporre una “satellizzazione” in mancanza di un settore giovanile che è obbligatorio per via del nome federali.”

Cosa pensi del roster che si sta costruendo?

“Credo che confermare Agbogan e Carnovali sia stata una buona scelta, sono curioso di capire come si ambienteranno in un campionato “inferiore” rispetto a quello disputato l’anno scorso. Guardando i nomi degli altri giocatori e visti i campionati di buon livello da loro disputati, ritengo che anche a Reggio possano far bene.”

Quale opinione hai maturato sull’Amministratore Unico?

Aurelio Coppolino ha lavorato nel campo del marketing e della comunicazione per anni, in questi giorni abbiamo potuto verificare proprio questo; concentrandosi sulla comunicazione, lui spesso parla di questioni extra tecniche, allargando gli orizzonti e concependo la Viola come un’impresa che possa diventare totalmente auto-sostenibile.”

Si parla tanto di strutture, quali le condizioni del più grande palazzetto reggino?

“L’idea di restyling del PalaCalafiore più che una proposta è una necessità, conoscendo la situazione dell’impianto, avrebbe bisogno di diversi interventi ed una gestione che possa manutenerlo come accade nella maggior parte dei palazzetti d’Italia.”

Mario, spiegaci a modo tuo, qual è il futuro della Viola.

“La differenza che salta all’occhio, rispetto al momento in cui ho iniziato venti anni or sono a fare il dirigente di una società che annoverava nel proprio roster un certo Emanuel Ginobili, sta nella differenza di entusiasmo che allora non avevamo ereditato a causa di un fallimento, e che oggi grazie al campionato esaltante dello scorso anno, deve essere sfruttato cavalcandone l’onda.”