Viola, il mito di Icaro ed un'umiltà da ritrovare

di Matteo Occhiuto - Sono in pochi, probabilmente,

di Matteo Occhiuto – Sono in pochi, probabilmente, coloro che disconoscono la storia del giovane Icaro e del padre Dedalo. Uno dei miti più conosciuti della tradizione greca, capace di fornire uno degli insegnamenti più resistenti al passare dei secoli. Ovvero, in parole povere, quello di star molto attenti nel volare troppo in alto, dal momento che – a volte – si finisce per bruciarsi le ali, cadendo rovinosamente al suolo.

Un’analogia che si rispecchia perfettamente nel momento della Viola di coach Marco Calvani. Chiaramente, non si vuole operar in alcun modo disfattismo. Le due sconfitte in quattro giorni, tuttavia, rischiano letteralmente di bruciare il filotto di cinque successi che aveva reso i nero-arancio assolutamente protagonisti del girone Ovest, facendo presumere ad una seconda parte di stagione di alto profilo.

Sia a Rieti che ieri sera, però, l’impressione è che alcuni giocatori, in particolar modo i più dotati tecnicamente, abbiano leggermente peccato di supponenza. Ci auguriamo, logicamente, di sbagliare, anche se tale sensazione deriva dall’impietoso confronto fra quanto fatto di buono prima del match contro Casale e la mediocrità, sia in fase difensiva che offensiva, palesatasi nelle ultime due uscite. Da ritrovare, in particolare modo, la verve di Chris Roberts e capitan Fabi.

A Scafati, servirà la Viola capace di battere con fermezza Novipiù e Tortona, capace di ritornare al successo esterno. L’avversario, lo stesso che lo scorso anno battagliò con i reggini per la permanenza in A2, è una delle compagini più in forma del campionato e certamente vorrà dar continuità al recente ottimo periodo di forma. Un pò, in pratica, quello che non è riuscito alla MetExtra.

Foto di Maurizio Polimeni