Viola, Club S. Bruno: ‘La società renda conto a tifosi e cittadini. Noi presenti anche in serie D…’

“Interrompiamo il nostro lungo, lunghissimo sile

“Interrompiamo il nostro lungo, lunghissimo silenzio. Un silenzio che non è stato legato all’indifferenza per la situazione che la nostra Viola ha subito in questi ultimi mesi ma che, al contrario, abbiamo ritenuto l’unica strategia matura, sensibile e percorribile in una situazione ambientale dominata dal caos, dalla confusione e dalle grida scomposte.
Abbiamo scelto il silenzio perché abbiamo creduto che fosse la cosa migliore per la squadra che amiamo, non perché i dubbi nei confronti dell’operato di moltissime delle parti in gioco – lega, federazione, amministratori e proprietà – non facessero parte della nostra riflessione.

Oggi il nostro club rompe il silenzio per chiarire alcuni punti imprescindibili a margine della sentenza con la quale l’alta corte di giustizia del Coni ha respinto il ricorso della Viola.
A fronte delle indubbie e pesanti responsabilità di una società miope e dilettantistica, l’ingiustizia è stata completata. Il risultato sportivo conseguito da questa Viola è stato, nel corso di quest’anno, importantissimo e in nessun modo cancellabile con un colpo di spugna da parte dei poteri che dirigono in maniera vergognosa il basket in Italia da più di 20 anni.
Va tuttavia ravvisato che la presunta unità societaria non è stata mantenuta nemmeno per il tempo necessario ad aspettare la sentenza di oggi. Troviamo ridicolo e vergognoso che, dopo tanti proclami, non si sia stati capaci di fare squadra per il bene di una storica maglia e di una città. Il dilettantismo e il provincialismo hanno fatto da padroni in una situazione che adesso va chiarita in ogni caso davanti ai tifosi e a tutta la comunità reggina.
Si renda conto a tifosi e cittadini di un operato dalle tinte tragicamente segnate da un pressappochismo incredibile da parte di tutti gli attori.
Una realtà come la Viola, ricordiamolo, non è di pertinenza di nessuno: non dei tifosi, non degli amministratori, non dei proprietari ma di tutta la città. Invitiamo formalmente la società a fornire chiarimenti sui progetti futuri e, contestualmente, invitiamo le autorità politiche del nostro territorio, qualora ve ne fossero ancora, a chiedere delucidazioni e interessarsi attivamente al futuro della Viola che è il patrimonio di un intero territorio e di nessun tifoso, amministratore, proprietario o padroncino di turno.
Infine, a chi attacca il nostro club, confondendo come va di moda ultimamente in questo paese, il carnefice con la vittima, abbiamo davvero pochissimo da rispondere, se non che la scelta di una strategia comunicativa diversa dallo slogan non è sinonimo di complicità ma, semplicemente, di uno stile diverso di vivere il tifo. Non esiste nessuno che possa permettersi il lusso di dire che non abbiamo fatto il massimo per salvare, nel nostro piccolo, i nostri colori.
Per il popolo neroarancio, questo è il momento dell’unità, anche nella diversità di opinioni e di stili comunicativi. Perché il Club San Bruno sarà al palazzo anche in Promozione o in serie D a sostenere la maglia”.