Talenti Reggini - Dario Zema, percussionista con la valigia: 'La musica mi ha guarito'

di Pasquale Romano - Cittadino del mondo, con radi

di Pasquale Romano – Cittadino del mondo, con radici orgogliose (e inestirpabili) reggine. Dario Zema è molto più di un semplice percussionista, appare riduttivo definirlo anche musicista. Il suo abbraccio nei confronti dell’arte infatti è totale, antico, e avrebbe dovuto accompagnarlo attraverso percorsi differenti.

‘Da piccolo non avrei pensato che la musica sarebbe stata la mia vita, per quanto la ‘respirassi’ ogni giorno. I miei genitori ascoltavano i generi e artisti più disparati, io inconsapevolmente assorbivo. In quegli anni però mi dedicavo con maggiore passione alla pittura e alla scultura, poi è arrivato il colpo di fulmine’, dichiara ai microfoni di City Now.

Il ‘big bang’ è causato da un cd di Santana, la curiosità inizia a impossessarsi dell’artista reggino. ‘Era il ritmo ad affascinarmi in modo particolare, già all’epoca era dentro di me. Iniziai da subito a fare ricerche per capire gli strumenti in modo approfondito, capire come funzionavano e quale era la loro origine’.

Un viaggio di conoscenza che porta Zema lontano da Reggio Calabria. Prime tappe Napoli e Roma: ‘Durante il liceo frequentavo lezioni private, mi spostavo due volte al mese. Devo ringraziare in modo particolare Giovanni Imparato, percussionista napoletano che ha suonato con Renzo Arbore e altri celebri musicisti. Lui mi ha fatto capire quanto sia importante conoscere le viscere della musica, su suo suggerimento sono partito per l’Avana’.

Lo studio della musica, in particolare delle percussioni afro-cubane, portano Zema ad esplorare un mondo che sembra non avere limiti ne confini. ‘Il viaggio a Cuba è stato tra i più formativi della mia vita. Lì ho appreso dai maestri locali, sono venuto a stretto contatto con la vera tradizione musicale. Mi piace occuparmi di musica a 360 gradi. Suono le percussioni, insegno, cerco di capirne tutte le sfumature, comprese a quelle legate alla registrazione e alla produzione’.

Una trottola vorace e curiosa, una valigia sempre da fare o disfare. Dario Zema però non ha mai perso di vista le proprie radici…: ‘Non riesco a stare fermo, credo sia fondamentale viaggiare e conoscere luoghi e culture differenti. Allo stesso tempo, reputo importante rientrare alla base e portare nella mia terra ciò che ho appreso’.
Studente presso il Conservatorio di Reggio Calabria, presto Dario Zema conseguirà la laurea in Didattica della musica. L’insegnamento infatti è l’altro pilastro portante della sua passione musicale: ‘Non saprei scegliere, se mi chiedessero di suonare o insegnare in modo esclusivo, si possono fare bene entrambe.L’insegnamento credo sia una vocazione, poter infondere in chi ascolta esperienze e conoscenze è un’emozione speciale. Potessi –sorride – insegnerei gratis…’.

Vasto il campo di riconoscimenti e collaborazioni che hanno arricchito il percorso professionale del musicista reggino. Una borsa di studio ad Umbria Jazz 2011, un master estivo al Berklee College Music (un’istituzione mondiale) l’orgoglio di aver suonato a New York con il gruppo Harlem Gospel Choir e in un diverso contesto con Tiger Okoshi, trombettista tra i più apprezzati al mondo. ‘Amo questa fusione di generi e culture che la musica permette, allo stesso tempo sono convinto tradizione e innovazione musicale siano allo stesso modo indispensabili. Senza una, non può esserci l’altra’.

Reggio Calabria la culla di una passione ‘sconfinata’ in tutti i sensi. Il fermento artistico, secondo Zema, è in costante crescita: ‘Vedo tanti giovani che vorrebbero uscire dal guscio, rimboccarsi le maniche a osare e il consiglio che mi sento di dargli. Spesso siamo diffidenti e non rischiamo, bisogna invece lanciarsi con passione e un pizzico di incoscienza. Bisogna lavorare prima su se stessi per poi coinvolgere gli altri. Spero anche che le istituzioni locali – evidenzia il musicista reggino – offrano maggiore spazi dove si possa incoraggiare all’arte’.

E’ un’impresa quasi impossibile definire in poche parole il rapporto di Dario Zema con la musica, ma il tentativo è eloquente in termini di sentimenti ed emozioni provate. ‘Per me è un’esigenza istintiva. Grazie alla musica sono in un certo senso ‘guarito’, e senza dubbio diventato una persona migliore…’.