Sui banchi a scoprire la vita. Cara scuola ti abbiamo odiato ma ci manchi

L'esame più lungo. Il ritorno a scuola dopo le va

L’esame più lungo. Il ritorno a scuola dopo le vacanze estive viene vissuto come un incubo da migliaia di studenti. Poco spazio per la felicità di riabbracciare i compagni, prevalgono noia e dispiacere. Curioso il modo con il quale (quasi) tutti noi abbiamo vissuto gli anni della scuola: un lungo e infinito tunnel di tristezza, senza vie d’uscita.

La sveglia sul comodino il primo ‘nemico’ da affrontare, seguito da qualche professore antipatico o compagno fastidioso. Dentro lo zaino tanta ribellione, la vita che scorre veloce come in un flash forward cinematografico.

Lezioni tante, quasi mai impartite dai docenti a meno che non si tratti di personaggi vicini al Robin Williams di ‘L’attimo fuggente’ e che ammaliava gli studenti con frasi tipo “Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”.

La capacità di coinvolgimento verso i ragazzi, già non eccelsa nel corso degli anni ’90, ha fatto i conti con internet e il dilagare di smartphone e social network. Quella odierna dunque è un’altra scuola, completamente trasfigurata, forse priva di quel valore filosofico avuto in passato. Ma la scuola rimane compagna fedele nel tragitto esistenziale, immortale ed insostituibile.

Gli esami ci anticipano quella che sarà la ‘seconda vita’, con tutti i turbamenti e le ansie del caso. Sui banchi nascono amicizie, i primi amori, le prime delusioni. Quando non riesce a farci capire cosa vorremo diventare in futuro, la scuola è giudice implacabile nel guidarci verso chi non vorremmo essere da grandi.

Forse è per questo motivo, tra i tanti, che quando si ripensa agli anni trascorsi sui banchi si viene irrimediabilmente assaliti da un sentimento di nostalgia e malinconia. Ci riporta con la mente all’età della spensieratezza, fatta di libertà e fame di vita in dosi uguali.

Fa riecheggiare momenti indimenticabili, che non torneranno mai. Ci fa ripensare a chi eravamo nella nostra migliore espressione, prima di farci travolgere dagli eventi tragicomici della vita. Ci ricorda come siamo arrivati qui (e ora) dopo uno di quei viaggi che non vedresti l’ora di  rivivere daccapo.

Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre” ( Sydney J. Harris).

di Pasquale Romano

 

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