Sport, bene comune. Presentato a Reggio Calabria il progetto educativo

A fine primo tempo di ogni partita Csi, nello spog

A fine primo tempo di ogni partita Csi, nello spogliatoio, le testimonianze dei familiari vittime di ‘ndrangheta, di imprenditori che hanno denunciato e dei volontari impegnati.

“Sport bene comune. In gioco educazione e legalità”, è stato questo il tema dell’incontro ospitato presso la sede di Libera Reggio Calabria al quale hanno preso parte il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria dott. Stefano Musolino, il referente regionale di Libera Calabria don Ennio Stamile e il presidente del CSI Reggio Calabria  e referente Libera Sport Reggio Paolo Cicciu’.

Un incontro importante e partecipato nel corso del quale lo sport educativo, con tutti i suoi valori intrinseci, l’ha fatta da protagonista. La moderazione dell’incontro è affidata a Paolo Cicciù che, nel ringraziare don Ennio Stamile ed il dott. Stefano Musolino,  ha evidenziato la necessità di pensare al gioco e allo sport non solo come momenti ludici ma, principalmente, come strumenti indispensabili per per la promozione della persona, necessari per la costruzione di una vera comunità educante.

Lo sport o educa o perde il suo reale significato. Oggi, sottolinea ancora Cicciu’, assistiamo a condizionamenti nello sport da parte della criminalità. Luoghi geografici o “personaggi” che condizionano società sportive, partite di calcio e, spesso, diventano miti per tanti ragazzini.

Lo sport va liberato dai cattivi maestri attraverso una nuova e responsabile classe dirigente, attraverso politiche dello sport  volte all’inclusione  e all’integrazione e, soprattuto, attraverso educatori sportivi che vivono la strada, il campetto e la palestra come spazi dove generare relazioni.

Tocca a Don  Ennio Stamile aprire gli interventi.  “Agire con il cuore, ecco il coraggio nello Sport. Serve la responsabilità intesa come risposta alle nostre coscienze e alle giovani generazioni. Lo sport come luogo della bellezza dove riscoprire l’altro non come nemico ma come colui che  è in cammino, con noi, per raggiungere un obiettivo”.

Il sostituto procuratore Stefano Musolino, che per sua stessa ammissione da sempre pratica sport, dapprima individuale e poi di squadra, sottolinea come sia importante scrollarsi di dosso  mito di cognomi e luoghi geografici.

“Anche il ragazzino che viene da un determinato quartiere  si sente  destinato a fare valere la sua capacità di imposizione  che gli deriva dal fatto di provenire da un determinato luogo piuttosto che  da un altro. Serve smitizzare le qualità personali e criminali di certi personaggi. Sarà un bene per loro e  per l’intera comunità. Lo sport è uno strumento che ci può avvicinare  alla  dimensione della verità contro  quella dei falsi miti. Serve un progetto strutturato per poter autenticamente intervenire. Un percorso di sport e accoglienza per seminare parole di liberazione”.

Nel corso dell’incontro è stato presentato il percorso educativo  “Intervalli di Legalità”. Il progetto  è promosso dal nascente gruppo sportivo Libera Sport Reggio e dal Csi reggino. La squadra, che parteciperà al Campionato Csi di calcio a 5, a fine primo tempo di ogni partita testimonierà, attraverso un imprenditore che ha denunciato, un familiare di una vittima di mafia o un volontario,  i percorsi virtuosi e di liberazione avviati in Città.

Lo spogliatoio diventa quindi spazio dove condividere valori, testimonianze e percorsi di  responsabilità. L’incontro, inoltre, è stato anche propizio per presentare delle buone prassi promosse da Csi Reggio Calabria, Csv dei due Mari e  Comunità Ministeriale  del Tribunale dei minori di Reggio Calabria. Il vice direttore della Comunità Ministeriale del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Anghelone, nel primo intervento ha evidenziato la bontà del progetto “Le regole del gioco”.

Aver inserito i ragazzi della Comunità Ministeriale  all’interno di società sportive del territorio, evidenzia come lo sport  rappresenti ancora  uno strumento importante d’integrazione, condivisione di valori e partecipazione.

A seguire l’intervento dell’ avv. Francesca Iaria, giudice sportivo nazionale Csi. L’avvocato Iaria ha evidenziato la vision del progetto ” La squalifica che ti qualifica” relativo alle pene alternative nello Sport. Un protocollo con il Csv  dei due Mari, rende “significativo” parte del provvedimento disciplinare comminato dal  giudice sportivo. Infatti, parte delle giornate di squalifica, vengono trasformate  in ore di volontariato presso associazioni del territorio. Una buona prassi che si sta sviluppando  anche in altre città del  nostro Paese.

csi2 csi3 csi4