A Scilla il teatro dei Maniaci d'Amore

Una storia di non-amore durata tutta una vita e co

Una storia di non-amore durata tutta una vita e condensata nel giro di un’ora, tra momenti sublimi e cadute umilianti, domani alle 21.30 in scena all’Anfiteatro comunale di Scilla per la quarta tappa estiva calabrese dell’Horcynus Festival, l’evento a cura della Fondazione Horcynus Orca in programma fino a dicembre tra le due sponde dello Stretto.

Lo spettacolo, che inaugura “MigrAzioni tra terre e mare”, la sezione teatrale dell’Horcynus, diretta da Massimo Barilla, porta sul palco reggino i Maniaci d’Amore, alias Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, autori e attori teatrali che con questo spettacolo, che segna il loro debutto in scena in tandem, dal 2010 hanno toccato più di centoventi teatri e piazze, tra cui Il Teatro Valle Bene Comune di Roma e il festival Primavera dei Teatri di Castrovillari.

“Il nostro amore schifo” (di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, regia di Roberto Tarasco, produzione Maniaci d’Amore/Nidodiragno) è una tragicommedia che fa a pezzi, con un’indagine dissacrante, il sentimentalismo della gioventù. Due figli del nostro tempo, ingenui eppure spietati, sezionano a colpi di parola la prima esperienza sentimentale, rito di passaggio obbligato per tutti, in uno spettacolo essenziale, dirompente e puro, retto sulla forza anarchica della giovinezza.

La forza di “Il nostro amore schifo” è nel testo, nella carrellata velocissima su una storia lunga, sorprendente, piena di alti e bassi. Ogni scena è un’istantanea della loro parabola. Lo strumento che la fa scattare è la comicità corrosiva, surreale, il lento svelarsi di quell’ironia atroce che è nascosta sotto ogni storia d’amore troppo chiassosa per essere pura. L’essenzialità delle scene e la rigorosa macchina drammaturgica sono così al servizio di uno spettacolo amaro e divertente incentrato su due personaggi profondamente contemporanei, disillusi, inetti, cattivi e irresponsabili. Una parabola sull’amore al tempo del mondo liquido e della fine di ogni certezza, che regala da anni risate nere, commozione e motivi di riflessioni al pubblico.

«Per esplorare il tema delle periferie dell’anima ed esistenziali, tema centrale dell’Horcynus Festival 2017 – spiega Massimo Barilla – abbiamo scelto di partire da uno spettacolo che è già un piccolo cult e affronta con una modalità fresca, divertente ma anche sapientemente congegnata, le tematiche amorose. Ma il percorso di ricerca sulle produzioni originali Horcynus non si ferma. Siamo a lavoro per una nuova release della sala immersiva, presente sia al Parco di Capo Peloro che al Castello Ruffo. In questi giorni siamo a lavoro con l’artista scelto, in collaborazione con la Fàbrica de Arte Cubano, nell’ottica delle collaborazioni internazionali avviate lo scorso anno. Nei prossimi due anni – aggiunge il respnsabile teatro della Fondazione Horcynus – coinvolgeremo anche altri territori e altri artisti per proseguire il dialogo tra arti e culture. Inoltre, a settembre, l’Horcynus fest, che è ormai sempre più un festival diffuso nello spazio e nel tempo, ritornerà in Calabria con vari appuntamenti, che spaziano dalla fotografia, con la mostra fotografica “Lo specchio della memoria” dedicata al regista russo Tarkovskij, concerti e spettacoli teatrali».

La Compagnia Maniaci d’Amore
I Maniaci d’Amore sono Luciana Maniaci (29 anni, nata a Messina) e Francesco d’Amore (31, Bari), autori a attori teatrali. Si conoscono frequentando il Master in Tecniche della Narrazione della Scuola Holden di Torino, diretta da Alessandro Baricco. Nel 2009 formano la loro compagnia iniziando a lavorare in qualità di drammaturghi, attori e formatori.

Il loro primo spettacolo “Il nostro amore schifo” nasce nel 2010. Vero piccolo cult, questo lavoro è tutt’ora in tournée e ha già toccato più di centoventi piazze italiane, tra cui Il Teatro Valle Bene Comune di Roma e il festival Primavera dei Teatri di Castrovillari.
Nel 2011 il loro secondo progetto, “Biografa della peste” è entrato nella Selezione Premio Scenario e ha vinto il Premio di Drammaturgia Il Centro del Discorso. La tournée di questo nuovo lavoro ha toccato le maggiori città italiane ed è tutt’ora in corso. Dallo spettacolo è stato tratto un film diretto da Andrea Tomaselli e Giuseppe Bisceglia e prodotto da Indyca Film.

Con “Omega”, soggetto per un film scritto a sei mani con Fabio Bonfanti sono arrivati in finale al Premio Solinas Idee per il Cinema 2013.
Nel 2014 hanno vinto il Premio Scenari pagani come migliore realtà teatrale dell’anno (premio andato in passato a Marco Baliani, Paolo Rossi, Moni Ovadia, Roberto Herlitzka, Maria Paiato, ecc…).

Nel 2014 hanno debuttato al Teatro Gobetti di Torino con “Morsi a vuoto”, diretto da Filippo Renda, una coproduzione Festival delle Colline Torinesi e Festival Castel dei Mondi di Andria. Lo spettacolo è stato a Milano, a Roma, a Trento, a Messina, a Bari, a Napoli ed è stato definito dal critico del Corriere della Sera Franco Cordelli tra le “eccellenze” del teatro italiano.

Nel 2015 hanno portato, ancora al Festival delle Colline Torinesi, “Blue Kafka”, esito di un lungo corso tenuto alla Scuola Holden agli allievi del college Acting.

Nei primi mesi 2015 hanno vinto una menzione speciale al Premio Dante Cappelletti per uno studio preparatorio di uno spettacolo dal titolo La metà di zero e hanno visto pubblicata dalla casa editrice Editoria&Spettacolo la raccolta della prima parte della loro produzione drammaturgica, La Trilogia del Gioco (Il nostro amore schifo, Biografa della peste e Morsi a vuoto).

A novembre 2015 hanno firmato il loro primo radiodramma per Radio3 Rai, La casa non vuole.
Nel 2016 il Teatro dell’Orologio di Roma ha dedicato loro una personale ospitando l’intera Trilogia del Gioco e hanno debuttato durante la stagione ufficiale del Teatro Stabile di Torino con un nuovo lavoro, “La crepanza”, prodotto dal Teatro della Tosse di Genova.