San Rocco patrono di Scilla: una festa fra tradizione e leggenda

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profum

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.
Eccoci dunque ad un altro appuntamento della rubrica #MitiDiCalabria, nata per raccontarvi le più famose leggende che fanno parte della nostra terra.
Oggi vi raccontiamo la leggenda di San Rocco, patrono dell’incantevole comune di Scilla.

Come ogni comune che rispetti, e così come anche nella nostra bellissima città, ogni anno a Scilla, si festeggia San Rocco, patrono della cittadina. Gli scillesi, nascono e crescono con il culto di questo Santo, che li accompagnerà per la vita.

Sono due i giorni che, una volta l’anno, vengono dedicati a questa festa che cade il 16 di Agosto ma viene festeggiata durante il sabato e la domenica più vicini.

Il Santo viene portato in processione per le vie principali dei tre quartieri di Scilla: San Giorgio dove si trova il Santuario, Chianalea e Marina Grande. Alla processione partecipano i fedeli con grandi ceri, per ringraziare il Santo, o per chiedere una grazia.

La domenica il Santo viene portato in processione, nella piazza a lui dedicata, a spalla sotto dei fuochi pirotecnici, conosciuti in tutta la Calabria per la loro bellezza. Sono migliaia i turisti che ogni anno accorrono a vedere questo fantastico spettacolo sul mare.
Si narra una leggenda, sulla statua di San Rocco a Scilla. Se è infatti vero che il Santo è famoso nel comune scillese per aver salvato i suoi abitanti dalla peste, che al tempo incombeva, è vero anche che tante storie ruotano attorno alla Statua lignea che è tutt’oggi possibile ammirare.

La statua venne commissionata a vari artisti dell’epoca (700 circa), essa non venne però mai terminata in quanto gli artisti non sapevano dargli un volto. Si presentò a Scilla un pellegrino il quale si offrì di finire la Statua, chiese di essere chiuso in sacrestia e solo quando avrebbe finito sarebbe uscito. Passarono molti giorni e il pellegrino non usciva, gli Scillesi pensarono che fosse morto così…aprirono le porte. Con molta sorpresa e meraviglia videro che la Statua era stata completata, l’uomo scomparso, e, il viso del Santo, era uguale a quello del pellegrino.

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