Rosalì, cittadini privati del plesso scolastico della zona

Per i cittadini di Rosalì questo Natale non è st

Per i cittadini di Rosalì questo Natale non è stato uno dei migliori. Sotto l’albero quest’anno si sono visti recapitare un brutto regalo dal sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana.

Il Sindaco, insieme al suo entourage, mentre aveva programmato di accendere le luci all’albero di Natale di Arghillà ed era con una mano sull’interruttore con il quale avrebbe dovuto dare nuove speranze ai cittadini di questa frazione, che tanto stanno soffrendo dei disagi di una città martoriata, con l’altra mano stava per spegnere l’interruttore del plesso di Rosalì, che da sempre teneva in vita questa frazione poco lontana.

Non ha avvisato nessuno degli interessati e non ha sentito nessun loro parere, procedendo senza la minima esitazione a privare di una struttura e di un servizio un’intera comunità. E con colpo molto basso ha fatto votare in consiglio metropolitano quello che può essere definito lo “scippo di Natale di Falcomatà” ai cittadini di Rosalì a tutto vantaggio dell’Istituto Comprensivo di Campo Calabro.

Così, dopo che da sempre i Rosaliesi hanno goduto di uno dei pochissimi servizi rimasti, si sono visti privati pure del plesso scolastico che era, fra l’altro, uno dei pochi efficienti del territorio reggino, sotto tutti i punti di vista.

Se però, i vari rappresentanti politici, che hanno avallato questa iniziativa fino alla loro approvazione, speravano che finisse in cavalleria, così non è stato e non sarà.

Da subito, appresa la notizia dalla stampa, i rappresentanti del consiglio d’istituto, dell’I.C. “Radice-Alighieri”, si sono mossi a richiedere d’urgenza un consiglio straordinario al fine di dimostrare il totale dissenso a questa iniziativa che rappresenta un’assurda, inaccettabile e incomprensibile soluzione che va a sommarsi ai tanti problemi che negli ultimi tempi stanno vivendo.

Sono note le problematiche che l’I.C. “Radice-Alighieri” si trascina da anni con il plesso di Catona che, reso inagibile dalle competenti autorità, ha dovuto trovare soluzioni alternative in mezzo a tante difficoltà causando notevoli disagi al personale docente, non docente ed agli alunni del comprensorio Catona-Salice-Rosalì-Arghillà-Villa San Giuseppe.

Ma in mezzo a questi disagi, alcuni amministratori, con in testa il sindaco Falcomatà, il vice sindaco Mauro ed il delegato all’istruzione Marino, invece di portare soccorso, hanno pensato bene di “sparare sulla croce rossa”. Ancora non si capisce bene come abbiano motivato questa assurda scelta ma, di fatto, se si prova a impiegare tutta la logica per comprenderla, finiremmo per diventare matti. Non si può giustificare una tale scelleratezza visto che Campo Calabro con Rosalì non ha nulla a che spartire. Campo Calabro con Rosalì non hanno mai avuto nessun filo conduttore, nessun nesso, nessun tipo di legame e non ci sono servizi stradali di collegamento a meno che non si voglia tornare alle vecchie mulattiere per usufruire di una passerella che attraversa un torrente, peraltro  non carrabile.

Inoltre non ci sono mezzi pubblici, non ci sono servizi pubblici che legano le due località. Praticamente Campo Calabro e Rosalì, sono due entità che, in questo preciso momento, solo un marziano poteva pensare di collegare perché è l’unico a non conoscere l’impossibilità di farlo.

 

Fintanto, però, che questo ipotetico marziano prova a creare il collegamento, se si vanno ad analizzare le conseguenze di questa decisione, ci si rende conto che, dopo il distacco dall’IC Radice-Alighieri, non ci sarebbe via di scampo per questo plesso se non la chiusura. Si, la chiusura! Nessuno di Rosalì penserà mai di iscrivere i propri figli in un plesso di Campo Calabro quindi il risultato è ovviamente scontato.

Perché allora non si è pensato ad altre soluzioni più logiche, più razionali. Se Campo Calabro aveva l’esigenza di ottenere l’autonomia, perché non ha cercato una soluzione con il comune di Villa S.G. con il quale ha dei legami sotto tantissimi punti di vista?

Ci ha provato con il plesso di Ferrito ma non ci è riuscito perché ha incontrato una forte opposizione locale quindi, a man bassa, ha dovuto dirottare il tiro su Rosalì.

Purtroppo, nell’intraprendere questa scelta, molte figure politiche capeggiate dal sindaco Falcomatà, hanno fatto i conti senza l’oste.

La prima nota contraria è arrivata all’unanimità dal Consiglio d’Istituto dell’IC “Radice-Alighieri” al quale sono state riportate le lamentele di tantissimi genitori abitanti di Rosalì che, sicuramente, non staranno con le mani in mano davanti a tale scelleratezza. Tutta la comunità locale vuole mobilitarsi per riappropriarsi di un qualcosa che gli è sempre appartenuto e che non si può pensare di cancellare con un colpo di spugna all’insaputa di tutti.

Non è affatto vero che questa scelta è indolore e che non lede in alcun modo agli alunni, al personale docente e non docente ma è, sicuramente, un carico che si va a sommare alle difficoltà delle famiglie che dovranno mettere in conto lo spostamento presso uno dei plessi del comprensorio Catona-Salice-Rosalì-Arghillà-Villa San Giuseppe al fine di potere garantire una continuità didattica ai loro figli.

Una cosa è certa, per poter aggiustare le cose è necessaria una nuova delibera e, il sindaco metropolitano, dovrebbe rimettere in consiglio nuovamente questo problema e riproporre una nuova soluzione per l’IC di Campo Calabro. Perché, se da una zona dell’area metropolitana si respira aria di soddisfazione, da quella che interessa il plesso di Rosalì tira aria di protesta che, da quanto appreso, non sembra aver intenzione di placarsi se non solamente dopo che le cose ritornano allo stato originale.