Restaurati i portoni della Chiesa di San Gregorio, merito della numerosa famiglia Cicciù

La Chiesa di San Gregorio Taumaturgo sita nell’o

La Chiesa di San Gregorio Taumaturgo sita nell’omonimo quartiere di Reggio può da oggi contare su tutti i tre portoni restaurati. Il merito è di persone unite nella fede come nella vita e che vanno tutte di cognome Cicciù, riunitesi proprio in questi giorni in una gran cena di famiglia. La peculiarità di questo evento domestico? È che erano più di duecento tra nonni, zii, cugini, nipotini, sposi e fidanzati provenienti da ogni parte del mondo. Quattro generazioni “sopra terra” arrivate da Australia, Argentina, Stati Uniti, Germania ed Italia sedute allo stesso tavolo nella splendida cornice dell’albergo ristorante “Paradiso” di Lazzaro. Il tutto incomincia nel primo Novecento, quando i trisavoli Consolato e Cecilia e poi Anna (in secondo matrimonio) Cicciù misero al mondo ben quindici figli: Fortunata, Pasquale e Fortunato (prima moglie) Cecilia, Franca, Vittoria, Maria, Giuseppina, Pietro, Peppino, Giovandomenico, Anna, Consolato, Nuccia e Lorenzo. Cinque di loro, Maria, Giuseppina, Anna, Consolato e Nuccia sono ancora qui oggi, alla veneranda età oscillante tra gli ottanta ed i novant’anni, a raccontare il segreto di una famiglia così unita, variegata ed affiatata. «Tra di noi fratelli e sorelle ci siamo sempre rispettati e voluti bene, senza queste due cose ogni legame così duraturo e che attraversa oceani lontani non sarebbe mai stato possibile. Siamo riusciti a trasmettere questi valori ai nostri figli e loro così hanno fatto ai loro, come speriamo continuino a loro volta a fare una volta che noi non ci saremo più. Abbiamo passato momenti belli e momenti brutti e difficili, ma tutti accomunati da una sola cosa, la consapevolezza che l’aiuto e l’amore non ci sarebbe mai mancato l’un l’altro». E mentre la musica porta tutti a ballare, le lingue straniere miste a dialetto nostrano si mescolano in un vortice. C’è il cugino argentino Santo, che ha conosciuto la moglie in pellegrinaggio a Buenos Aires ed ora è qui con cinque figli e due nipotini a ballare la tarantella, il cugino Pino con la moglie Cecilia che a New York negli anni Sessanta ha conosciuto l’amore della sua vita in un negozio di dischi in vinile e che adesso è felice delle nipotine Alessia, Siena, Giada, Giuliette ed Ellie. Ed infine tanti altri che magari si vedono per la prima volta, ma che si ritrovano tra loro affiatati come chi ancora condivide da una vita lo stesso tetto. Questo è stato il gran raduno dei Cicciù, una delle belle storie che Reggio ha da raccontare.