Procede l'assegnazione degli alloggi confiscati alla 'ndrangheta

Riceviamo e pubblichiamo - Procede in questi giorn

Riceviamo e pubblichiamo – Procede in questi giorni la mediazione per l’assegnazione degli alloggi confiscati alla ‘ndrangheta ad alcune famiglie dell’ex Polveriera di Ciccarello. L’iniziativa, promossa dal Comune  di Reggio Calabria, in accordo con la  Prefettura e l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati,   intitolataDall’emergenza abitativa alla legalità percepibile”, ha senz’altro degli aspetti positivi, considerato che gli alloggi confiscati, con le preventive azioni di selezione e sicurezza, sono dei beni pubblici da utilizzare anche per garantire il diritto all’abitare.

Tuttavia la questione abitativa costituisce un problema strutturale e non un’emergenza da poter  affrontare soltanto con gli alloggi confiscati alla ‘ndrangheta.

Resta di fondamentale importanza il processo di  legalizzazione dell’intero settore alloggi di edilizia residenziale, in particolare il turn-over delle assegnazioni e l’aspetto economico.

Non si può dimenticare infatti che  proprio il patrimonio pubblico  degli alloggi popolari è  secondo la  legge vigente  finalizzato a risolvere  il problema della casa.

Il percorso avviato nel 2016 da associazioni e Comune ha prodotto la delibera di Consiglio Comunale del 10 febbraio 2017 per la legalizzazione del settore degli alloggi popolari, mettendo in evidenza la possibilità per il Comune di rientrare in possesso di qualche centinaio di alloggi erp da poter riassegnare alle famiglie con effettivo bisogno.

Basterebbe applicare la legge vigente, chiedendo anche il sostegno della Prefettura.

Resta da chiedersi però perché il Comune, a fronte delle prime verifiche già concluse, non abbia ancora  provveduto ad emettere gli atti necessari per riprendersi gli alloggi da riassegnare alle famiglie vincitrici del bando 2005 e agli aventi diritto ai sensi dell’articolo 31 della legge 32/1996 (assegnazioni in deroga). Inoltre la realizzazione di una banca dati on line sugli alloggi popolari, a garanzia di  maggiore trasparenza ed efficienza del settore, rimane per ora sulla carta.

Alla questione irrisolta della gestione del turn-over, si aggiunge anche la gestione economica dei fondi finalizzati agli alloggi erp.

Risulta che il Comune non utilizzi da anni le entrate del settore alloggi erp derivanti dai canoni e dalle vendite, fondi vincolati allo stesso settore per la manutenzione e per l’eventuale acquisto di altri alloggi popolari.

Ci sarebbe circa un  milione e 800.000 euro di entrate dai canoni, destinato, dal bilancio  di previsione 2017-2018-2019,  alla manutenzione degli alloggi popolari per gli anni 2017 e 2018  ma  di cui non si ha ancora notizia.  Così come delle entrate dalle vendite degli alloggi popolari, da investire interamente nel settore, secondo quanto deciso dal Consiglio Comunale.

Gli alloggi confiscati (e solo con provvedimenti definitivi) sono una risorsa che può integrare e non sostituire il settore  degli alloggi popolari. Le confische infatti, per quanto numerose, offrono una disponibilità molto limitata, anche in relazione ai fondi da utilizzare per ristrutturare gli edifici.

Nei giorni scorsi, è stata riportata la notizia secondo cui sarebbero state avviate le procedure per consegnare  74  alloggi confiscati, da destinare all’emergenza abitativa, al comune di Reggio Calabria.  Ma dalle delibere della Giunta comunale (DG 94 del 4 maggio 2018 e DG nr 100 del 7 maggio 2018) risulta che gli alloggi ad oggi effettivamente consegnati  sarebbero appena dieci.

Nel continuare l’azione degli alloggi confiscati quindi,  sarebbe necessario ed urgente procedere, secondo la legge vigente,  ad emettere gli atti necessari per riottenere gli alloggi popolari da assegnare, continuare con le verifiche coinvolgendo l’Aterp e la Prefettura e disporre l’utilizzo di tutti i fondi, vincolati per la manutenzione degli alloggi popolari, che potrebbero essere utilizzati anche per gli alloggi confiscati.

Queste azioni costituiscono  l’iter sancito dalla legge vigente per garantire il diritto alla casa.

Portarle avanti significherebbe garantire la legalità e  risolvere in modo efficace e trasparente il disagio abitativo di decine di  famiglie a basso reddito e senza una casa.

Fonte: Un mondo di mondi Reggio Calabria