Piazza Garibaldi protagonista dell'incontro alla libreria Dimensione Cultura

Piazza Garibaldi, “com’era, com’è, come vorrei che fosse”

Piazza Garibaldi, “com’era, com’è, come vorrei che fosse”. Ieri pomeriggio nell’ambito dei Giovedì del Patrimonio, un ciclo di conversazioni ideato e curato da Giuseppina De Marco, Professore di Elementi di Architettura e Urbanistica presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, diretta dalla prof.ssa Maria Daniela Maisano, nella sala della Libreria Laruffa Dimensione Cultura, si è focalizzata l’attenzione su Piazza Garbaldi. Le allieve dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Anastasiya Karpuk e Marina Syrkanova, hanno presentato i risultati delle ricerche condotte presso gli archivi cittadini, dove sono custoditi preziosi documenti iconografici e cartacei relativi alle fasi costruttive dello spazio urbano, ponendo attenzione sulle scelte del collocamento del monumento a Garibaldi, dalla prima opera di Rocco Larussa del 1884, danneggiata dagli eventi bellici nel 1943, oggi ubicata a Villa San Giovanni, fino all’attuale statua di Alessandro Monteleone del 1955. Si sono soffermate sul progetto di Angiolo Mazzoni per la nuova stazione ferroviaria, realizzata tra il 1935 e il 1938. Hanno poi presentato il loro progetto di riqualificazione estetica e funzionale della piazza, disegnato prime del ritrovamento degli scavi avvenuto nel maggio 2016.

A seguire la Prof.ssa Giuseppina De Marco ha proposto una rassegna stampa sulle vicende dei ritrovamenti archeologici dal 2016 ad oggi. La De Marco ricorda che la vicenda ebbe inizio nell’estate del 2008, quando Franco Sarica, allora assessore comunale ai Lavori Pubblici, comunicò che il progetto di rinnovamento di Piazza Garibaldi era stato approvato e che “l’opera cambierà completamente l’immagine della piazza riqualificando l’intera zona sita nel cuore della città. Un intervento molto importante ed urgente, soprattutto perché la piazza rappresenta un biglietto da visita per i turisti ed i visitatori che giungono a Reggio attraverso le ferrovie e costituisce, inoltre, un punto nevralgico, una parte integrante del centro cittadino che deve ricominciare ad essere fruito da tutti gli abitanti“.
Ma i lavori iniziarono nell’aprile 2016: a 2,30 metri di profondità venne alla luce una struttura architettonica in conglomerato cementizio con rivestimento in mattoni larga 13 metri. Furono recuperate anfore e materiale non meglio precisato.

Davanti ai tre saggi aperti nella piazza, Maria Maddalena Sica, archeologa responsabile degli scavi, dichiarò: “Non ci aspettavamo una struttura del genere a così poca distanza dall’asfalto. Un podio può voler dire tante cose, quello che ci stava sopra dipende da quello che troveremo da ora in avanti”. Ma l’assenza di una copertura ha consentito negli anni alla pioggia e alla successiva incuria di fare il suo lavoro. Circa il problema dei finanziamenti e, quindi, delle responsabilità, il gioco si è battuto tra la competenza comunale, proprietaria dell’area e erogatore dei finanziamenti del Decreto Reggio di 9 milioni finalizzati al parcheggio sotterraneo di 250 posti auto e 4174 metri quadrati, e la Soprintendenza, demandata alla tutela e valorizzazione. Le due Istituzioni firmarono un protocollo d’intesa, per concordate le modalità di messa in sicurezza prima e di valorizzazione dell’area. Dal mese di aprile scorso vediamo che gli scavi sono stati coperti da teloni e strati di sabbia, per preservarli nell’attesa di decisioni concrete.

Nel corso dell’incontro di giovedì 24 maggio, Irene Calabrò, assessore comunale alla Valorizzazione del Patrimonio storico-artistico e archeologico, ha fatto una certa chiarezza, comunicando che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, diretta dalla Dot.ssa Anna Maria Guiducci, ha inviato un progetto al Sindaco Giuseppe Falcomatà, che ha avanzato al Ministero delle Infrastrutture  e Trasporti una richiesta di rimodulazione di parte dei fondi del Decreto Reggio finalizzati al progetto del parcheggio sotterraneo, per circa 6 milioni di euro, da destinare alle ricerche archeologiche. I sondaggi condotti col georadar hanno consentito di individuare altre strutture sotto il Corso e fino a Via Aspromonte, mentre dalla parte della stazione non si sono rilevate presenze di pregio tali da essere interessate da nuovi scavi.

La Prof.ssa Marisa Cagliostro ha ribadito la necessità del confronto e della concertazione nelle scelte politiche. Giuseppe Cipolla, Professore di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti, ha chiarito le finalità formative e le specificità professionali dell’Accademia nei settori della conoscenza, restauro, valorizzazione, didattica e comunicazione dei Beni Culturali.

L’artista Angela Pellicanò con parole poetiche ha toccato tematiche e situazioni spinose, evidenziando la necessità di coinvolgere la collettività.

Il prossimo Giovedì 30 maggio alle 18.30 l’attenzione si volgerà verso Messina: l’allieva Valentina Messina presenterà la chiesa della SS. Annunziata dei Teatini, progettata nel 1660 da Guarino Guarini, che tra il 1672 e il 1675 progetto anche la Chiesa dei Padri Somaschi, mai realizzata.

Marina Syrkanova e Anastasia Karpuk. De marco Irene Calabrò. Marisa Cagliostro. Giuseppe Cipolla