Peperoncino di Calabria, il Sole 24 ore lo proclama il preferito dai cinesi

Il ministro consigliere per l'economia e il commer

Il ministro consigliere per l’economia e il commercio dell’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese Lin Bin ha visitato la Calabria per esplorarne le potenzialità. E non solo quelle turistiche. Mentre le aziende calabresi si preparano al debutto sul mercato cinese. Siglati gli accordi con i tour operator, dopo la certificazione Welcome Chinese Destination, che ha fatto della regione la prima in Italia adeguata agli standard del turismo cinese, sbarcano i turisti: calcolati in 5000 gli arrivi fino alla metà del 2019, secondo Zhang Chuniel, general manager di Cits, China international travel service, che ha lanciato a Pechino una imponente campagna di comunicazione.

Ora si valutano nuove occasioni di business. E tra atenei e acceleratori d’impresa si firmano protocolli per sviluppo e innovazione. Insieme al turismo, l’attrattore principale è l’agroalimentare. I prodotti tipici della regione conquistano il palato del mercato cinese che attende già nei prossimi mesi, e solo per cominciare, olio e vino made in Calabria. «Ci sono grandi spazi e siamo pronti a importare i prodotti tipici della regione per soddisfare nuove nicchie. Per questo abbiamo chiesto alle aziende calabresi di partecipare al prossimo China international import export di Shanghai», dichiara Lin Bin. Il peperoncino è l’elemento che accomuna le due culture. Al punto che il colosso cinese Dezhuang, produttore a livello mondiale, ospite abituale del festival del peperoncino di Diamante, ha sottoscritto intese commerciali con il diavolillo calabrese.

Così nella provincia di Guinzhou già si organizza una edizione internazionale del festival nell’ambito della World Chilli Alliance. Seguirà un summit mondiale per una filiera sostenibile del peperoncino. Si riaccende anche l’interesse per la Zes del porto di Gioia Tauro: 2.500 ettari di aree industriali dove è possibile investire con agevolazioni e incentivi alle imprese. Lo scalo calabrese sembrava definitivamente tagliato fuori dalla Nuova via della seta e dai corridoi commerciali (“One Belt, One Road”) per l’ampliamento delle rotte della Cina verso l’Europa attraverso lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica. Ma invece torna a essere valutato come una possibile destinazione. Lin Bin ha visitato il terminal container di transhipment di Gioia Tauro e il retroporto per considerare gli investimenti. Soprattutto continua la collaborazione tra l’università Mediterranea di Reggio Calabria con Shanghai e a Nanchino per favorire l’ingresso di imprese innovative, startup e ricercatori calabresi nel mercato asiatico.

Fonte: ilsole24ore.com