Pasquale Favano: 'Vi racconto 52 anni di Viola. Per Ginobili come un padre'

di Domenico Suraci - Chi ha la fortuna di incont

di Domenico Suraci – Chi ha la fortuna di incontrarlo ogni mattina in zona Stazione Centrale, conosce la valenza di una persona, soprattutto in una città alla continua ricerca di buoni punti di riferimento. La storia che oggi vi racconterà CityNow Sport è di un caposaldo reggino, anzi per meglio dire neroarancio, ogni generazione ha un ricordo di colui che la storia della palla a spicchi oltre ad averla realmente vissuta ne è stato protagonista: Pasquale Favano.

Il personaggio dell’intervista rilasciata al collega Giovanni Mafrici di Reggio a Canestro, giocava nella squadra “Basket Reggina” quando a 14 anni il buon Tito Messineo, lo ha portato al “De Amicis”, e Rocco Ferrinda lo fece entrare in campo così che Pasquale si appassionò subito a quell’ambiente. “Fin da subito presi parte dell’AICS Viola del Presidente Piero Viola, che morì prematuramente. Nel 1966 il fratello Giuseppe ed il dott. De Carlo fondarono così la “Cestistica Piero Viola” che si è mossa nel tempo in vari impianti. Partendo dal Liceo “Leonardo da Vinci” con Rocco Falcomatà e l’indimenticabile valigia con l’elenco dei giovani giocatori che aprivamo per l’appello dei presenti, passando per il “Vitrioli”, trovando finalmente casa presso il centro sportivo del rione Modena che ha permesso di sviluppare il talento di molti cestisti.

Il momento più bello di questa straordinaria storia fu la prima promozione in A1, al Botteghelle, una serata indimenticabile. Ricordo l’allenatore Benvenuti con il suo accento, era carismatico ed attirava tutti a sè, un grande professionista.

Pasquale Favano 2

“Il Giudice Viola è una persona eccezionale, tutto ciò che esiste a livello di impiantistica cestistica lo dobbiamo a lui. La copertura dello Scatolone, il Botteghelle, il PalaPentimele, il Pianeta Viola e non dimentichiamo il Righi.”

Abbiamo lavorato anche di notte per permettere alle squadre di disputare le partite in buone condizioni, i sediolini del Botteghelle li cambiai due volte, il giudice, con grande piacere mi impartiva “gli ordini”. Sono riuscito a godermi solo partite di altre compagini, quando ha giocato la Viola non ci riuscivo essendo impegnato e di supporto agli impianti ed alla nostra squadra.

Lo scudetto cadetti del 1995 fu un’emozione unica, ci giocava anche Tonino mio figlio, stavamo sotto di 20 contro la Benetton. Quando abbiamo vinto di un punto mi sono lanciato in campo, auguro a tutti i genitori di avere tale soddisfazione.”

COLPO DI FULMINE. Quando vidi Ginobili, scendere dall’automobile guidata da Gaetano Gebbia, mi ricordò subito Rigaudeau. Pensai, questo ragazzo ha un futuro importante davanti a sé e così è stato, Manu diventò il campione che oggi tutti conosciamo.

“Per il campione argentino, posso affermare di esser stato un secondo padre. I genitori me lo hanno completamente affidato.”

“Rischiò il divorzio Manu, quando si è trasferito a Bologna con la ragazza che io ho conosciuto. Ecco cosa ci siamo detti durante la telefonata: “Pronto, sono Pasquale Favano vorrei parlare, con Ginobili. La signora mi spiegò di essere la fidanzata del giocatore ed io le chiesi con tono ironico, quale delle sue ragazze? Lei si arrabbiò così tanto che non permise al campione argentino di recarsi alla presentazione della Knorr.”

Carlo Recalcati era un grande signore, lui come tutta la sua famiglia. “Abbiamo trascorso 5 anni fantastici qui in riva allo Stretto, quelli d’oro del basket reggino. Ci ha fatto fare un grande salto di qualità. La Viola è sempre stata da traino per la crescita della città.”

Ricordo quando abbiamo giocato con la Messaggero Roma, ero responsabile degli ingressi, il commissario tuonò dicendomi: “O finite di staccare biglietti o vi arresto!”, quel giorno abbiamo emesso oltre 9.000 biglietti, ci saremmo dovuti fermare!

L’esperienza di Vibo nel recente passato, trasferta forzata a causa dell’inagibilità del PalaPentimele, non è stata delle migliori, partire alle 13:30 e ritornare alle 23 non lo auguro a nessuno.”

“Tutti i neo acquisti che son arrivati durante i vari campionati nella foresteria del Pianeta Viola, hanno sempre preteso di alloggiare nell’appartamento dove abitò Ginobili che aveva una OPEL in dotazione, a proposito Giovanni Spataro, il gigante buono, possedeva un auto senza sedile lato guida, poteva infatti farne a meno, grazie alla sua altezza!”

In via Reggio Campi hanno abitato tanti ragazzi anche l’attuale DG, Gaetano Condello e soprattutto Massimo Mazzetto. La morte fu un evento molto triste, il più triste della storia neroarancio. Un’altra grave perdita fu quella di De Carlo, le riunioni nel soppalco della sua profumeria erano un momento importante della Viola, ci è mancato davvero molto dopo la sua scomparsa.

Kobe Bryant era un ragazzino quando l’ho visto palleggiare sia al Vinci che al PGS “dalle suore” per il torneo Primavera quando si giocava con i nomi assegnati delle squadre NBA, Phonenix Suns, San Antonio Spurs, Lakers… e la tirchieria di Kupec passò alla storia, di Davide Lamma posso dire che una volta arrivato e migliorato a Reggio Calabria, poi spiccò il volo verso scudetti e nazionale.

Chiunque sia arrivato a Reggio Calabria è solo migliorato, trovando una società sana e capace di promuovere talenti.”

Pasquale Favano 3

Dei tanti aneddoti che può andare fiero di raccontare Pasquale, quello del recupero di alcuni bidoni di gasolio trovati in una colonnina del Viale Aldo Moro, per far funzionare l’impianto di continuità del Botteghelle, episodio simile ripetutosi, nello stesso impianto, qualche anno dopo in occasione di un match contro Trieste in cui Tonino Zorzi esortò il buon Favano a far tornare immediatamente la luce. Immediatamente Pasquale si recò con due ragazzi al Pianeta Viola ed utilizzò le batterie del gruppo di continuità della palestra di Modena. Un altro momento indelebile, la leggendaria riparazione in diretta televisiva, grazie alla sua maestria e pazienza, del ferro appena rotto da Ginobili,  accolta dal coro del pubblico del palazzetto che ripeteva “Favano,Favano,Favano…” come se il canestro lo avesse realizzato più che aggiustasto.

Emblematico è il messaggio diretto nei confronti di Alessandro Giuliani, dirigente sportivo che spesso venendo a Reggio si reca al Pianeta Viola per abbronzarsi e viene messo in allerta da Favano sull’intensità del sole di Reggio Calabria:  “Megghiu to mamma mi ti ciangi chi u suli i marzu mi ti tingi.”

Una storia autentica ed intensa quella raccontata, una persona tanto buona quanto capace di mettere in pratica qualsiasi tipo di direttiva gli venga imposta dalla più facile alla più difficile, spinto dall’amore infinito per i colori neroarancio.