Pagine Note tra le "Rotte del mediterraneo": un viaggio tra le pagine del romanzo di Saverio Pazzano

di Federica Campolo - La formula culturale elabora

Ristobottega

di Federica Campolo – La formula culturale elaborata da Pagine Note, evento scandito in quattro incontri promossi dal Mustrumu e dal Circolo Culturale Rhegium Julii, continua ad affascinare il pubblico. Ospite della serata di giovedì 7 settembre Saverio Pazzano che, stimolato dalle provocazioni intellettuali di Simona Spagna, ha svelato ai presenti l’intreccio di trame allegoriche che percorrono il suo romanzo Beltempo.

«Tenterò di trasmettervi cosa significa leggere un romanzo con dentro un mondo», dichiara ai presenti Simona Spagna, lettrice appassionata di Pazzano: «l’attualità che passa attraverso il tema del viaggio offre al lettore la sensazione di trovarsi sulle montagne russe». Questo l’incipit accattivante di una serata in cui la debole brezza proveniente dallo Stretto ha idealmente intensificato l’atmosfera mediterranea ricreata dalla lettura di questo romanzo del mare.

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«Il modello d’ispirazione è senza dubbio l’Odissea, il più grande racconto del mediterraneo, – dichiara Pazzano- mare che in passato è stato tappeto d’incontro e dialogo e che adesso rischia di diventare muro di rifiuto e indifferenza».

Protagonisti del romanzo sono i clandestini, coloro che con sguardo sospeso -così li descrive l’autore- non riescono a sentirsi a casa propria e vivono la condizione di ospite non gradito. Numerosi i riferimenti ad eventi storico-politici ammantati di metafore: dalla figura del pachiderma, che diventa simbolo di una barca incendiata a Lampedusa, al nome del giovane Nino che richiama, non troppo tacitamente, la personalità di Gramsci. Duplice la prospettiva da cui l’autore guarda il suo Mediterraneo, indagato sotto il profilo culturale ma analizzato anche dallo sguardo ambientalista di retaggio scoutista, che condanna la politica spregiudicata ai danni della natura.

«La condanna degli scafisti da parte dello Stato- continua Spagna enucleando uno dei temi centrali del romanzo- accende la feroce la critica di Saverio nei confronti dei governi che non si sono mai occupati del problema ma l’hanno sempre utilizzato come vetrina di propaganda». La verità raccontata da Pazzano non ha dunque un unico volto ma ne ha tanti quante sono le vicende interiori dei suoi personaggi. «La legge ha sempre bisogno di un colpevole- conclude l’autore-. Durante il fascismo era colpevole chi non denunciava l’ebreo, ma la storia ci ha rivelato tutta un’altra verità».


L’esibizione di Fulvio Cama, musicista, compositore e cantastorie, vincitore della XXXII edizione del premio Nosside per la sezione Poesia in musica, ha costituito una conclusione a tema estremamente suggestiva. Il concerto “Rotte mediterranee” ha preso avvio con il brano Lampedusa, definito da Cama stesso «appendice al libro di Pazzano». Vite risucchiate dal mare, sogni infranti, futuri spezzati trascinati via dal vortice delle correnti: «chiddu è u mari a undi Diu muriu» canta la voce di Cama, tra la preghiera e la poesia. Sintesi ideale dello spirito umanitario che ha animato la serata, le parole del cantastorie suggellano così un momento di grande intensità: «A chiddi che rifiutano sti genti ci ricu: iddi me frati e vui non siti nenti».

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