Non perdere di vista il bene comune: Viola, è il momento dell'unità

di Matteo Occhiuto - Mai come adesso non è facile

di Matteo Occhiuto – Mai come adesso non è facile essere un tifoso della Basket Viola Reggio Calabria. Poche certezze, tante ragioni per essere arrabbiati. Tutte, peraltro, giustificate. Troppo duro da digerire quanto successo, troppo difficile accantonare la delusione per quello che poteva essere, giocarsi, con merito, l’A1 sul parquet, e ciò che, invece, dovrebbe essere, ovvero la Serie B.

Il condizionale, comunque, è un obbligo, non un’opzione. Perchè, dopotutto, c’è ancora un grado di giudizio. Di natura profondamente differente rispetto ai primi due che, lo ricordiamo, hanno visto uscire il club reggino con le ossa frantumate da una sentenza spietata. viola (34)Non si vuole entrare nel merito della giurisdizione, ma riconoscere una modalità punitiva scientificamente priva di qualsiasi scrupolo.

Il CONI, in ogni caso, emetterà il suo verdetto poco prima della fine di luglio, mettendo, in un modo o nell’altro, fine ad una vicenda che, qualunque sia il responso, ha privato Reggio Calabria di sognare un ritorno in una massima divisione che in riva allo Stretto manca da 12 anni. Oltre che, lo ricordiamo, un gruppo di lavoro che di giocarli, quei maledetti play-off, lo meritava eccome.

Il nervosismo sta attanagliando un popolo passionale come quello reggino ed in particolare nero-arancio. Che, come per magia, negli ultimi dodici mesi s’era riscoperto innamorato come un tempo della Viola. Le tante presenze al PalaCalafiore, l’entusiasmo e la commozione vissuta nell’ultima gara della regular season erano sinonimo d’un sentimento che non ha mai abbandonato l’impianto di Pentimele.

Oggi, però, serve che tutto l’ambiente faccia quadrato. Chiaramente, non saranno i tifosi ad essere ricevuti nell’udienza del 25 giugno al Collegio di Garanzia del CONI. Ma, altrettanto limpidamente, è scontato precisare che, a prescindere dalla categoria, la Reggio Calabria cestistica necessiti di nuovi ingressi societari. Ora più che mai, riprendendo quanto scritto in precedenza, serve unità, serve pazienza e serve l’amore per i colori nero-arancio. Anche perché, purtroppo, gli spettri non sono che dietro l’angolo.

*foto di Maurizio Polimeni