"Musikanten" - Si, Bologna c'è. E ha un nuovo Re

di Enzo Bollani - Cremonini ormai è Cremonini. �

di Enzo Bollani – Cremonini ormai è Cremonini.
È stato il Cesare dei Lunapop, neanche tanto nominato, perché lui era già “I Lunapop”, con una spalla e un amico come Ballo. Poi è stato il CE, senz’H, perché ha avuto la forza di evitare qualsiasi connotazione strettamente, prettamente e comodamente politica, e infine è stato Cesare Cremonini.

L’essere semplicemente Cremonini è un traguardo, raggiunto dopo Diciotto anni di lavoro costante, con la continuità e un senso evolutivo che solo un bolognese DOC può avere, anche se lui registra fuori porta, sulle rive del Reno, dove c’è aria di crespelle domenicali e voglia di fragole di Monteveglio.

Insomma, Cremonini è cresciuto e ora Bologna ha il suo Re. CE, finalmente, c’è.
C’era già, ma Bologna ha bisogno di un senso di eternità che è retaggio dello Stato Pontificio, e di un senso universitario di crescita ed evoluzione, che poggi su dati scientifici e che abbia persino un senso chirurgico.
D’altronde, Bologna è questo.
O meglio: è l’insieme di tutti questi fattori, ma vive anche di rappresentazione, come una città del Sud.

Perché, come disse Vasco a Target, nel 1993, Bologna è il Nord del Sud, o il Sud del Nord.

“Poetica” apre radiofonicamente “Possibili scenari”, ed è la quintessenza della dialettica di Cremonini: un mix di brit pop, Beatles e ispirazioni britanniche, al ragù.
Va ascoltata in un qualsiasi bar di via D’Azeglio, nel caos metropolitano, perché è una canzone bolognese: sofisticata e a portata di mano.
La conosciamo già tutti, così come sembrerà di conoscere da sempre quella che sarà sicuramente la prossima canzone scelta come singolo: “Nessuno vuole essere Robin”, in cui chi dorme con il cane potrà sentirsi colpito da una lama mortale, ma non potrà negare la verità, così come è vero un riferimento al Re storico di Bologna: Lucio Dalla.
C’è tanto di “Anna e Marco”, soprattutto negli archi e nell’arrangiamento, tanto che viene il dubbio di aver letto Gian Piero Reverberi nel libretto, o il nome di Sandro Colombini.

In un’epoca di Roberto Re e di fenomeni pagani dell’autoconvincimento, è chiaro che tutti vogliano essere Batman, Superman e altri simili, senza più accontentarsi del viaggiare in prima.
Tutti sul filo di un acronimo entusiasmante: TSO.

“Al tuo dottore farai sempre la stessa domanda, perché cercavi l’amore e invece hai perso la faccia” è una delle frasi più immediate, nel testo di “Un uomo nuovo”, dove si parla ossessivamente di un volo mancato, confuso con un grande salto.
Un pezzo ironico e molto intimo, allo stesso tempo.

“Silent hill” rivela, invece, una certa somiglianza con “Nessun dolore”, di Lucio Battisti, e forse questo disco un po’ battistiano lo è, perché potrebbe essere paragonato a “Una donna per amico”, per il tiro e per la capacità che avrà di far ballare interi stadi.
È una regola.

Al tuo matrimonio” è ironia pura, ed è una dichiarazione di amore e di libertà, di elasticità e fedeltà, prima che il disco si concluda con “La macchina del Tempo”, che potrebbe richiedere una scorta di fazzoletti omonimi, perché è un viaggio che dura più di Sei minuti e che va giù come l’acqua di marzo, provocando copiose lacrime in soggetti sensibili.

Ricordando che l’apertura del disco è affidata a “Possibili scenari”, c’è da scoprire quello che sarà il probabile terzo singolo: “Kashmir-Kashmir“, in cui si parla di pregiudizio e razzismo, di un’Europa intollerante e chiusa nella paura.
Ricorda “L’Uomo nero”, di Brunori SAS, ma è stata prodotta in contemporanea ed è la prova che, finalmente, qualcosa dotato di un senso circoli, nei dischi attuali e nella cultura popolare, così impoverita solo dal saper cantare e dai “Per me è si” e “X me è no” di tutti gli show dello scibile.

Ci sarebbe molto da dire su questo disco, prestigioso e di valore, fin dal suo modo di presentarsi e dalla splendida grafica, dalla qualità stilistica del suo packaging e delle sue illustrazioni, ma è meglio comprarlo, ascoltarlo e cercare subito un biglietto per la prossima stagione di concerti, prima che siano tutti Sold Out.

 

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