"Meraviglie" di Rai1 delude Reggio. Malacrino a CityNow: "Vetrina importante ma non toccate il Museo ai reggini"

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di Vincenzo Comi – Delusi, perché il museo non è solo Bronzi. Amareggiati, perchè il tesoro culturale di Reggio Calabria non è rappresentato esclusivamente dai due Guerrieri. Troppo poco inoltre il tempo (minutaggio) dedicato al patrimonio del MArRC, il Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia. Queste alcune delle critiche sollevate dai reggini al programma di Rai1.

Nella serata di mercoledì, è andato in onda il programma “Meraviglie – La penisola dei tesori”, condotto da Alberto Angela. Le aspettative erano tante, sia da parte degli addetti ai lavori, che da parte dei cittadini.

Le telecamere di Rai1 entrano al Museo di Reggio, nel meraviglioso mondo del MArRC, per scoprire e far conoscere all’Italia le sue bellezze e ricchezze. Il nuovo format è realizzato da una grande produzione che si avvale della tecnologia 4K HDR, spettacolari riprese effettuate con i droni, effetti speciali e minifiction. Tutto al servizio di una grande operazione culturale di Rai1“. Così veniva annunciata la puntata.

Peccato che i minuti riservati a Reggio Calabria siano stati poco meno di 3 (su oltre 55 di trasmissione) e che i protagonisti siano stati solo ed esclusivamente i Bronzi di Riace. Delle centinaia di opere custodite all’interno del Museo, nessuna traccia.

Apriti cielo. Centinaia i commenti apparsi su Facebook dei numerosi reggini delusi dal taglio dato al servizio.

Il direttore del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia Carmelo Malacrino ci ha espresso il proprio giudizio sulla trasmissione e sulle scelte fatte dalla Rai.

Non posso giudicare la scelta fatta dalla produzione o dal regista nel montaggio della trasmissione – spiega Malacrino – Per noi è comunque sempre importante comparire in vetrine così autorevoli e soprattutto essere affiancati ad altri capolavori italiani come il David di Michelangelo a Firenze. Non posso che essere entusiasta della nostra presenza all’interno della trasmissione. Sono però ancora più soddisfatto se penso alla reazione dei reggini che per la prima volta non stanno difendendo i Bronzi di Riace ma l’intero Museo, consapevoli delle ricchezze che vengono custodite al suo interno oltre i due guerrieri. E’ stato sempre questo il mio obiettivo sin dall’inizio“.

In effetti quello che si evince dalla polemica scoppiata sui social è l’evidente orgoglio dei reggini, non più nei confronti dei Bronzi, ma dell’intero Museo.

Sembra che i reggini siano stati toccati personalmente perchè non si è parlato di tutto il resto. Di tutto quello che circonda i Bronzi di Riace. Il Museo rappresenta quindi la casa dei reggini. La presenza di questo tipo di orgoglio mi entusiasma. La città e i cittadini – conclude Malacrinofinalmente identificano se stessi e le propri radici nella storia raccontata all’interno del Museo al di là della presenza dei Bronzi“.