Lo chef reggino Filippo Cogliandro raccontato agli italiani da 'UnoMattina'

Su Rai 1 si parla di Calabria e calabresi. A farlo

Su Rai 1 si parla di Calabria e calabresi. A farlo è il noto programma televisivo che accompagna i risvegli degli italiani dal lontano dicembre 1986, ‘UnoMattina‘.

Tanti i conduttori del rotocalco televisivo che, già da tempo, ha conquistato l’Italia, tra i più famosi sicuramente Luca Giurato. Col tempo, il programma di Rai 1 è diventato sempre più vasto e completo, fino a comprendere una rubrica domenicale diretta dal giornalista Giovanni Terzi: “La vita è bella“.

Ristobottega

Nella rubrica si narrano le storie di italiani comuni che nella vita si sono posti un obiettivo e con la sola forza di volontà sono stati in grado di raggiungerlo. Fra le varie narrazioni anche una che tocca molto da vicino la Calabria e nello specifico la provincia di Reggio.

Terzi, sceglie infatti di raccontare le vicende che ruotano intorno alla vita del reggino Filippo Cogliandro.

Nato nel 1969 a Melito di Porto Salvo, terzo di cinque figli, Cogliandro, negli ultimi anni è stato spesso al centro di molte notizie per il suo spirito intraprendente e anticonformista. Nominato ambasciatore antiracket della ristorazione italiana nel mondo, Filippo dopo aver intrapreso una strada religiosa, cambia le carte in tavola e decide di entrare nel settore turistico e nel 1990 consegue il diploma di maturità in tecnica dei servizi turistici a Reggio Calabria. Conosce Loredana, che diventa sua moglie ed ha due bellissimi figli, Chiara e Federico.


A 27 anni inizia a lavorare nel mondo della ristorazione da proprietario, apre un piccolo ristorante da 10 posti solo su prenotazione, con un cuoco che non è sempre presente, così una sera, proprio per rispondere ad una prenotazione a cui non poteva dire di no, Filippo entra in cucina e da quel momento non ne esce più.

Lo Chef che oggi in molti conoscono per aver denunciato la mafia che gli aveva imposto di pagare il pizzo, ha iniziato a studiare e a sperimentare i prodotti del suo paese con l’obiettivo di tirar fuori piatti che dessero senso ed identità al suo territorio.

“La filosofia che tutti i giorni accompagna le scelte della mia cucina, è quella del gioco, della “ricerca di un emozione” da regalare a chi vuole degustare la mia cucina, sfruttando tutto quello che ritengo necessario per conseguire questo obbiettivo.”

Terzi, durante la “vita è bella”, dedica il suo spazio ad un reggino che ha fatto della sua passione un lavoro e del suo lavoro una missione.


Negli anni Filippo Cogliandro, infatti, non è stato solo investito di una laurea honoris causa in scienze gastronomiche; successivamente alla collaborazione con le forze dell’ordine decide di avviare un nuovo percorso dedicato alla ristorazione ed alla legalità.

Attraverso i suoi piatti ed il suo modo di fare cucina, lo Chef, mette in evidenza il problema ‘ndrangheta in una città  come Reggio Calabria.

Oggi, Cogliandro, si è ritagliato una sua nicchia ben definita: essere punto di riferimento per chi vuole un ambiente raffinato e familiare e nel contempo legale.

Lo chef reggino della rivoluzione, Filippo Cogliandro, sarà ospite degli studi di CityNow la prossima settimana, per un’altra delle nostre “Piacevoli Chiacchierate” non perdete l’evento in diretta sulla nostra pagina facebook!