Lo Chef Reggino Filippo Cogliandro lancia il nuovo progetto di Cucina Solidale

Lo scorso gennaio il New York Times ha incoronato

Lo scorso gennaio il New York Times ha incoronato la Calabria tra le mete del 2017, prescelta per l’eccellenza culinaria e le sue bellezze. Da allora critici, guide gastronomiche e ispettori si sono scatenati e da gennaio si stanno “scoprendo” nuovi chef, nuove storie, famiglie e territori.

A Reggio Calabria vive Filippo Cogliandro, eletto Ambasciatore della ristorazione antiracket nel mondo, che ha creato in aprile la Cucina Solidale, un programma che vuole approfondire la cultura gastronomica con i grandi temi sociali di attualità, come l’integrazione, la sicurezza, l’immigrazione, la legalità, la crisi economica, la povertà.

Un viaggio ideale che parla di consumo critico e che intende sfruttare le migliori risorse del territorio. Obiettivo, fare rete. Come dice Filippo Cogliandro, «solidale vuol dire condividere le idee e i comportamenti di altre persone, mettere insieme le tante le realtà che quotidianamente provano a guarire le ferite di una società che soffre, in cui la povertà talvolta viene messa ai margini».

L’esperienza di “Cucina Solidale” nasce quindi dal caratteristico impegno etico con cui Filippo Cogliandro ha voluto caratterizzare la sua cucina. L’idea parte dalla sua storia di chef calabrese che nel 2008 si è ribellato al pizzo e ha denunciato i suoi estorsori. Da allora la sua vita è cambiata ma allo stesso tempo è partito il suo impegno per la diffusione della legalità, culminato nella realizzazione del progetto “Le cene della legalità”, un progetto che valorizza le eccellenze italiane trattando temi sociali molto forti.

L’immobilismo vacilla e tante associazioni si stanno già facendo avanti chiedendo di servire ai tavoli, di poter dare una mano. «Reggio Calabria – puntualizza Cogliandro – ha un cuore grande, questo lo sappiamo. Dobbiamo fare in modo che questa iniziativa cresca. Vogliamo che le parole prendano forma, che diventino servizio, apertura all’altro. Le nostre pietanze avranno un sapore intenso, quello della solidarietà. Cerco di concretizzare ancora una volta l’impegno etico che caratterizza il mio lavoro: regaliamo un pasto caldo e un sorriso a chi si trova in condizioni economiche disagiate, non chiediamo nulla, né soldi, né alimenti, i pranzi saranno totalmente a carico nostro: è un piccolo impegno che porteremo avanti con orgoglio, con la speranza che altri imprenditori decidano di fare lo stesso. Esserci non costa nulla, bisogna solo volerlo».

Fonte: Italia a tavola