Le notti d'oriente incantano il Cilea: grande successo per il Musical di Attendiamoci

di Federica Campolo- Tra musiche orientali e odali

di Federica Campolo- Tra musiche orientali e odalische danzanti cala il sipario su Agrabah e la magia esplode in applausi: così il pubblico reggino ha risposto all’iniziativa promossa dall’Associazione Attendiamoci Onlus che, dopo il grande successo di Peter Pan (2016) e Mary Poppins (2017), ha incantato il Cilea con il musical “Le notti d’Oriente- Aladdin e la lampada dei desideri”.

La classica fiaba di Aladdin, tratta da Le Mille e una notte e reinterpretata in chiave disneyana, è stata portata in scena dai giovani volontari di Attendiamoci che, ispirandosi al musical di Broadway, hanno curato dettagliatamente scenografia, coreografia, musiche e riadattamento.

Mentre le sinuose movenze delle odalische conducono, a passo di danza, lo sguardo sedotto degli spettatori tra i vicoli del mercato di Agrabah, un tripudio di luci e colori guida l’attenzione tra le sontuose stanze del palazzo. Un sultano, ligio al protocollo e alle tradizioni, e una principessa ribelle, desiderosa di scoprire il mondo e incontrare il vero amore, portano in scena, all’interno di un racconto millenario, il quadretto sempre attuale del conflitto generazionale padre-figlia.

Tra l’azzurro orientaleggiante degli abiti regali e i preziosi decori dell’architettura interna, il perfido Jafar e il suo pappagallo Jago tramano un terribile complotto a suon di risate profonde e acuti starnazzi.

Epicità, sentimento e musica gli ingredienti principali di uno spettacolo che, fino alla fine, ha lasciato gli spettatori col fiato sospeso, tra stupore e meraviglia,  in attesa dell’ennesimo colpo di scena. La cura del dettaglio con cui le ambientazioni sono state riprodotte e la simmetria con cui il grintoso corpo di ballo si è esibito in articolate performance, hanno contribuito a ricreare un’atmosfera emotivamente d’impatto, capace di valicare la distanza tra attori e pubblico, fantasia e realtà.

Dalla scenografia della caverna delle meraviglie, esterno ed interno, al corteo trionfale del principe Alì Ababua, fin’anche al volo stellato su Agrabah tra le note del celebre brano “Il mondo è mio”, l’incantesimo delle notti d’oriente ha ammaliato la gremita sala del teatro reggino, per più di due ore di puro divertimento.

All’intensità del sentimento che lega la bella Jasmine allo straccione Aladdin si accosta, in un equilibrio vincente, l’umorismo del Genio della lampada che irrompe, con ironia e sarcasmo, in una trama fitta di tematiche esistenziali: tra povertà e ricchezza si gioca il messaggio, sapientemente veicolato da scenografia e costumi,  di una fiaba costruita attorno alla nobiltà d’animo del protagonista, diamante allo stato grezzo.

Solamente un cuore puro, capace di andare oltre le apparenze e mantenere fede alla propria identità, può liberarsi dalle schiavitù del mondo e rendere libero, attraverso sentimenti di amore ed amicizia, chiunque riesca a scorgere il fulgore della sua anima.

È proprio questa, in fondo, la prospettiva educativa da cui i giovani di Attendiamoci hanno voluto raccontare questa storia, snodata dalla tenera amicizia tra Aladdin e la sua scimmietta Abù. Il segreto della grandezza risiede quindi nella profondità delle relazioni semplici, capaci di costruire legami solidi, duraturi, vocati al per sempre nella consapevolezza che, da un tappeto volante, l’altezza non può far paura e la vertigine diventa meraviglia.