Le forme dell’amore al Castello di Scilla

di Anna Biasi - Una location perfetta, il castello

di Anna Biasi – Una location perfetta, il castello Ruffo di Scilla, accoglie l’ottava edizione de “L’incontro con la follia”. Il luogo ricrea il senso di intimità tra i partecipanti e conduce nelle forme dell’amore con il riferimento ad Eros che nella cultura greca è il dio bambino dell’amore fisico e del desiderio.

Il sindaco del comune di Scilla, Pasqualino Ciccone, introduce l’incontro precisando di essere lui il primo “folle” perché pensa sempre, cercando continuamente una soluzione giusta per migliorare la città, ed è dunque follemente innamorato della sua terra.

Presente anche l’Ordine dei Medici con il Presidente Pasquale Veneziano, il Sindaco di Villa San Giovanni Maria Grazia Richichi, la partecipazione straordinaria di Stellario Baccellieri e l’Arma dei Carbinieri, con il Maresciallo Marino e il Maresciallo Sberna di Catona.

A moderare il convegno è Antonella Chirico la quale dichiara che l’amore riesce a dare un senso profondo alla nostra vita e che proprio l’etimologia del termine “amore” deriva da a-more, a-morso, che vuol dire nello specifico “ciò che non muore, ciò che è senza morte, ovviamente quindi la vita”.

Aldilà degli aspetti puramente tecnici e psichici legati ai cambiamenti che l’innamoramento porta con sé, la Dott.ssa Olga Iriti illumina la platea sull’amore tra conflitti e desideri. Ma l’amore si può spiegare? In realtà no, solo vivendolo si è in grado di descriverlo.

Gli interrogativi che pone sono: quante sono le forme dell’amore? Amare o essere  amati?  Quanto ci sentiamo nutriti dagli altri? Conosciamo noi stessi? Conosciamo l’altro? La verità è che non possiamo fare niente perché l’altro ci ami.

Olga Iriti, esperta in terapia di coppia, spiega le condizioni sintomatologiche, l’ostilità e l’arroganza che nascondono un bisogno di essere considerati amabili. “La rabbia va ascoltata – asserisce – ed è importante indagare ciò che sta dietro, che molto spesso è proprio un aspetto dell’amore. Nelle relazioni di coppia dall’equilibrio incrinato – continua la Iriti – si hanno difficoltà a prendere le distanze, proprio perché un uomo o una donna hanno subito la fine di un amore. Ai protagonisti di un Amore finito bisogna domandare: la fine della storia che significati ha per te?

È fondamentale conoscere la nostra autentica ferita e lasciare andare la parte di noi con l’altro, consapevoli che la parte di lui/lei con l’altro non tornerà più, neanche se il rapporto si dovesse ripristinare… perché non è facile tornare all’origine ed il paziente dovrà scoprire nuove parti di sé”.

Tecnico l’intervento di Giuseppe Trombetta, medico, psichiatra, dirigente ASP di Vibo Valentia, il quale chiarisce come l’amore non può amare altro che il bello e ispirandosi al discorso di Diotima a Socrate afferma che “ogni aspirazione al bene meriterebbe il nome di amore”.

Il nostro cervello è complesso strutturalmente e funzionalmente e i processi psichici sono difficilmente riconducibili ad un modello specifico, ed esiste una dicotomia tra realtà fisica e materiale del cervello. Il principio base delle nuove neuroscienze è che “la mente è un prodotto del cervello. Tante volte nei miei interventi e nelle mie conversazioni – dichiara – faccio il paragone tra la lampadina e la luce: la luce non la possiamo toccare, ma la lampadina sicuramente si ed esistono anche diverse forme di lampadine e quindi anche di rappresentazione della luce, del prodotto!”

L’unico metodo per analizzare la mente con i sistemi scientifici  è quello di ridurre le funzioni mentali a quelle neurali, cioè alla sfera dei fenomeni naturali. La scienza quindi non può studiare la sostanza immateriale, lo spirito, la mente e l’anima, ma i riflessi.

Il Dottor Trombetta cita il grande filosofo Karl Popper che sostiene che l’uomo è un essere spirituale, un io, una mente, la quale è estremamente legata ad un corpo e soggiace però alle leggi della fisica.

Nell’uomo il sistema nervoso centrale è molto articolato: 30 miliardi di cellule nervose connesse tra di loro.

Per quanto riguarda le relazioni della sfera affettiva e dell’amore, Trombetta riferisce, altresì, della teoria dell’attaccamento di John Bowlby,  l’amore romantico, l’amore materno, la social condition e l’amore per poter consentire il progresso della nostra società.

L’idea che ha avuto il Dott. Giacomo Romeo, (psichiatra, dirigente I liv. CSM di Scilla ASP 5 RC, responsabile della casa di cura per disabili mentali “D.Casavola” di RC) di trattare l’argomento nel contesto di disagio mentale è grandiosa. A lui i meriti per l’ottima riuscita del convegno: “il cuore ha molta più ragione di quanto non ne abbia la ragione stessa”.

“I greci erano soliti, dopo aver ascoltato il suono del flauto ed aver indossato una coroncina d’alloro in onore di Apollo, – afferma il Dott. Romeo –  avviare le loro trattazioni filosofiche ed è proprio in una di queste serate che si alzò Socrate e disse che l’amore è la forma più alta di follia”.

È un nesso rigoroso quello che intercorre tra AMORE e FOLLIA. L’amore non è solo spinta sessuale, ma dell’amore può dire e dell’amore può intendere solo chi l’ha vissuto.

Foto di Valeria Calabrò

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