Lazzaro, sito archeologico in area ad alto rischio idrogeologico?

Il sottoscritto Vincenzo Crea,  quale cittadino d

Il sottoscritto Vincenzo Crea,  quale cittadino di Lazzaro e Referente unico dell’A.N.CA.DI.C, associazione che promuove e tutela il patrimonio paesaggistico e l’ambiente salubre e la viabilità, segnala  una situazione di potenziale pericolo per l’incolumità pubblica riguardante l’area destinata a parcheggio situata nella fiumara San Vincenzo di Lazzaro del Comune di Motta SG, antistante il sito archeologico.

In merito si rappresenta che il sito di parcheggio ricade all’interno dell’area classificata a rischio esondazione molto elevato R4 secondo le perimetrazioni del PAI (Piano Assetto Idrogeologico) 2011 ed in merito non è stato rilasciato il prescritto parere sul progetto dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale- regione Calabria Dipartimento nr. 2  Presidenza U.O.A “Politiche della Montagna e Forestazione Funzioni residue ex ABR. Fatto gravissimo.

Si rappresenta che l’area di parcheggio ha occluso le due campate lato Reggio del ponte Stradale e di conseguenza quelle dell’adiacente Ponte ferroviario, ovvero detto intervento ha contribuito ad innalzare l’alveo fluviale ed oggi il franco idraulico, la distanza tra  l’intradosso della struttura e il fondo dell’alveo,  è  poco più  di un  metro e settanta centimetri lato monte,   pertanto   in caso   di   eventi  alluvionali  le  acque  torrentizie e quanto da esse trasportato interesserebbero inevitabilmente il ponte stradale e le infrastrutture allocate sotto di esso, condotte idriche e fognarie, nonché il nastro stradale della Ss 106.

Si chiede di voler estendere le indagini al  castello di Sant’Aniceto di Motta SG  per verificare se il parcheggio e le strutture su di esse esistenti ovvero un punto ristoro e i bagni pubblici di recente realizzati, siano conforme alle normative di tutela valorizzazione dei beni ambientali e di impatto ambientale con il paesaggio circostante, se sull’opera ove insiste il parcheggio siano stati effettuati dei saggi o degli scavi a verifica della presenza o meno di strutture di valenza storico-archeologica afferenti al castello Sant’Aniceto.

Infine si chiede una verifica dello stato della preesistente vegetazione e degli interventi previsti ove ve ne fossero per la riqualificazione arborea vegetativa della medesima area e se sulla stessa siano stati effettuati mai interventi di esproprio.

Visto l’alta pericolosità del sito archeologico di Lazzaro, colpisce che la cura e la valorizzazione  dello stesso sia stato affidato all’associazione di volontariato di protezione civile, che sebbene il pericolo che incombe sulla collettività in caso di copiose piogge sia  sotto gli occhi di tutti, ne ha accettato l’incarico facendo così venir meno la fiducia che la popolazione nutre nei confronti della protezione civile regionale e nazionale, più volte intervenuta sul territorio di Lazzaro a seguito delle richieste della scrivente associazione.

Vincenzo CREA

Referente unico dell’ANCADIC[i] e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”

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