L'Anassilaos omaggia Leopoldo Trieste

A Leopoldo Trieste, attore, drammaturgo, sceneggia

A Leopoldo Trieste, attore, drammaturgo, sceneggiatore (firmò i copioni di Gioventù perduta, I fuorilegge, Febbre di vivere, Il cielo è rosso, I falsari) e regista (diresse “Città di notte” nel 1956 e “Il peccato degli anni verdi” nel 1960), nel centenario della nascita avvenuta a Reggio Calabria il 3 maggio 1917, l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terrà martedì 2 maggio alle ore 17,30 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento di Biagio d’Agostino. Si tratta di una prima iniziativa alla quale altre seguiranno nel corso dei prossimi mesi fino all’omaggio all’attore che aprirà., il prossimo 11 novembre, la 29^ edizione del Premio Anassilaos.

Il primo interesse di Leopoldo Trieste fu il teatro. Negli anni successivi alla Guerra mondiale infatti scrisse e fece rappresentare una trilogia teatrale ispirata alla guerra “La Frontiera” (1945); “Cronaca” (1946) e nel 1947, “N.N.” Una attività promettente che ben prestò però abbandonò per il cinema, una carriera lunga più di cinquanta anni durante la quale diede vita ad oltre un centinaio di personaggi alcuni dei quali appartengono alla storia del cinema italiano. Federico Fellini, con il quale intrattenne un rapporto amicale che andò ben oltre il lavoro cinematografico, lo volle infatti protagonista dei suoi primi film, “Lo sceicco bianco” del 1952, dove interpretò il ruolo di Ivan Cavalli, lo sposino di provincia in viaggio di nozze nella Capitale, e “I vitelloni” (1953) dove interpretò Leopoldo, l’intellettuale del gruppo, scrittore di commedie, alla ricerca del successo. Da queste prime esperienze cinematografiche prese avvio la sua attività di attore “caratterista” di altissimo livello capace di dare sostanza e spessore umano e civile ai più diversi personaggi interpretati, dal Carmelo Patanè, l’amante di Rosalia Cefalù, in “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi (1961) al barone Rizieri, nobile spiantato ma pur uomo d’onore in “Sedotta e abbandonata” sempre di Pietro Germi (1964), da Pietro, il malato quasi immaginario nel “Medico della mutua”, diretto da Luigi Zampa nel 1968 con Alberto Sordi. Ruoli importanti ebbe anche in produzioni internazionali: nel Padrino Parte II (1974) dove recitò nel ruolo del Sig. Roberto, il padrone di casa al quale si rivolge Don Vito Corleone; nel Nome della Rosa dove interpretò Frà Michele da Cesena; in “Nuovo Cinema Paradiso” , diretto nel 1988 da Giuseppe Tornatore, dove diede vita alla figura di Padre Adelfio, il sacerdote censore delle pellicole, fino a “L’uomo delle stelle”, sempre di Tornatore (1995) dove interpretò la figura del muto. Negli ultimi anni prese parte a numerose altre pellicole, ‘Il giudice ragazzino’ (1994), ‘Marianna Ucria’ (1997), fino ai più recenti ‘Il consiglio d’ Egitto’ (2001) e ‘Il ritorno di Cagliostro’ (2002) di Ciprì e Maresco.

Partecipò anche a numerose serie televisive di grande successo (“Le inchieste del Commissario Maigret”, La famiglia Benvenuti, Il Circolo Pickwick) e da ultimo alla serie di Montalbano nell’episodio del “Cane di terracotta”.

Un grande attore e protagonista del cinema italiano nonché un reggino che non manco mai di mantenere nel corso degli anni un affettuoso rapporto con la propria città e con alcuni amici tra i quali il poeta Nino Consolato Caminiti al quale, a proposito di una raccolta in vernacolo da questi composta e inviata all’amico, scrisse “…io ricordavo le tue prime poesie sincere e piene di sentimento che leggevamo per le vie di Santa Caterina tornando da scuola…ci hai messo in corpo la nostalgia della nostra Reggio, ci hai fatto sentire i suoi colori, respirare i suoi profumi…”