La ‘Storia’ non è di nessuno. Reggina e Reggio Calabria prigioniere del passato

di Pasquale Romano – "Si dovrebbe mettere alle

di Pasquale Romano – “Si dovrebbe mettere alle spalle il passato, è stato frutto di un insieme di combinazioni che hanno permesso di stare diversi anni in Serie A. Va presa contezza di dove siamo arrivati, toccando il fondo”. Queste dichiarazioni, rilasciate dal presidente della Reggina Mimmo Praticò all’emittente pugliese Antenna Sud, hanno scatenato un pandemonio virtuale tra i tifosi amaranto.

Doveroso premettere, giusto sottolineare, che al netto delle polemiche si è trattato di un’evitabile ingenuità da parte del massimo dirigente amaranto. Un ‘autogol’, per rimanere in tema calcistico, non il primo che Praticò infila nella rete di una comunicazione rivedibile.

Apriti cielo. Le parole di Praticò hanno innescato un vespaio di polemiche, il dito dalla tastiera si è alzato e spostato in direzione (accusativa) della società amaranto. I social network, per l’ennesima volta negli ultimi anni, l’ideale ring dell’esibizionismo.

Perfetti voyeur, guardoni dell’altrui passione per la Reggina, in costante conflitto discutono e litigano. Le due fazioni disquisiscono al ritmo di “La storia è questa”, “No, la storia è quella”, che si mischia a  “Invece la storia è così”.

Dibattiti perfettamente vuoti (come la maggioranza di quelli che si consumano sui social network), battibecchi paradossali. La ‘storia’, protagonista assoluta, appare orfana di sé stessa, un oggetto da contendere, possedere, distribuire. Una immagine singolare, irreale, che fa evidentemente a pugni con il reale significato di ‘storia’ di un club calcistico.

Nessuno ha mai potuto o potrà mai scalfire il passato di un club, non si è mai assistito ad un Berlusconi, Moratti o De Laurentis di turno affermare ‘La storia è questa o quella’, o ‘Il passato non conta, bisogna cancellarlo’. Si tratterebbe del suicidio perfetto, harakiri ideale per scatenare la doverosa rabbia di una intera tifoseria.

Reggio Calabria però (ancora una volta) fa eccezione, e diventa capitale dell’impossibile. Poco importa comprendere il motivo che porterebbe Praticò a voler ripiegare la storia in un cassetto, la stessa ‘storia’ peraltro che in piccola parte ha contribuito a costruire. Partendo dalla premessa che l’attuale presidente della Reggina è nemico della Reggina stessa, del suo passato glorioso, del suo denso significato popolare, tutto il resto è facile conseguenza.

Mentre ci si azzuffa sul nulla, c’è un presente che vola via lieve come il vento. Cura e sostegno verso il presente che rappresenterebbero condizioni imprescindibili per sperare in un futuro migliore, vengono ignorati in nome di una più avvincente battaglia sulla ‘storia’. Si assiste cosi ad una ‘Olimpiade delle futilità‘, dove l’importante è partecipare.

Su Facebook, orde di ‘veri tifosi’ preferiscono giocare a rubabandiera con l’ultracentenaria storia amaranto. Quando centinaia di commoventi Tifosi amaranto presenziavano sui campi di Roccella o Palmi, chiacchiere riguardanti la ‘storia’  non li avevano mai coinvolti. Ancora oggi, nel cuore della tifoseria in Curva Sud, è raro assistere a simili vacuità. Questo perchè La ‘storia’, quella vera, è di chi non la reclama e vuole sfogliarne nuove pagine.

Al Granillo si assiste al minimo storico di presenze, freddezza glaciale che fa a pugni con la passione che anima il mondo virtuale amaranto. I social network si riempono di immagini riguardanti i momenti più felici vissuti dalla Reggina e i suoi tifosi. La prima promozione in serie A, le numerose salvezze in massima serie, le imprese contro i top club italiani.

E’ un festival della nostalgia, uno tsunami malinconico che poco ha che vedere con pseudo discussioni sulla ‘storia’. Il passato glorioso ingabbia la Reggina, i tifosi amaranto, e imprigiona una città che più in generale non riesce a guardare avanti e allora si volta indietro, mirando allo specchio una versione migliore di sè stessa.

E’ un labirinto senza via di uscita, un corto circuito emozionale. Spogliata del naturale e poetico significato, la storia si veste da semplice pretesto. Senza una storia da costruire tutti insieme (con il presidente Praticò, o i suoi eventuali successori, come principali tessitori), l’unica cosa che rimarrà sarà continuare a litigarsi, fintamente, quella passata…