La silloge poetica di Giovanni Iannello: il padre, il carabiniere, il poeta ai microfoni di CityNow

di Federica Campolo - «Scrivere è un estremo att

di Federica Campolo – «Scrivere è un estremo atto di coraggio. Per farlo bisogna avere la forza di mettere a nudo la propria anima»: così il luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Giuseppe Iannello, si confessa ai suoi lettori, raccontando liricamente l’intensità del tempo vissuto nella raccolta poetica Il mondo che vedo attorno a me-viaggiando col pensiero, edita da Leonida Edizioni.

L’approccio con cui l’autore, come un pellegrino errante nel mondo,  s’interroga sui misteri esistenziali della vita e del creato è sempre avvolto dal genuino manto della meraviglia e della gratitudine.

L’amore, la morte, l’ineluttabilità del destino: queste le tematiche ricorrenti che percorrono la raccolta e rivelano ai lettori il volto autentico dell’uomo,  la sensibilità del padre, la fedeltà del marito.

Una cornice priva di fotografia posta con noncuranza su di una credenza riesce ad accende l’immaginazione del poeta che confida ai suoi lettori: «mentre la guardo vedo tutto ciò che il cuore mio vorrebbe e non può».

Una cornice che custodisce i ricordi del passato è capace di aprire una finestra sul tempo, mostrando il volto dei cari estinti consegnati a Dio con devozione, e svelando il destino che attende ogni uomo. Non c’è inquietudine tra i versi di Iannello, non un velo di timore o rassegnazione:la fede in Dio salva la mente dalla follia, regalando la pace del cuore, la pienezza dello Spirito. «Signore aiuta questo nostro cuore che vorrebbe solo ricevere il tuo amore, che spesso sbaglia perché si crede solo e non si accorge di esser con te in volo». È la preghiera il porto sicuro in cui l’autore fa attraccare il vascello della sua vita,  in cui custodisce affetti, ricordi, speranze: protetto dall’amore del Signore nessuna tempesta potrà farlo naufragare, certo che il vento della misericordia soffierà sempre tra le vele per guidare la sua rotta. «Nella vita ho visto tanta ingiustizia e sofferenze- dichiara Iannello – dalla criminalità organizzata al terrorismo di destra, di sinistra, la mafia, la ‘ndrangheta. Infine l’approdo alla scuola»; presenti tra i componimenti non pochi brani dedicati all’Arma dei Carabinieri e al suo ruolo di istruttore presso la Scuola Allievi di Reggio Calabria.

«Osservando il mio plotone sgorga in me un’emozione» recita l’incipit della poesia dedicata al plotone dei suoi giovani allievi carabinieri. Essi rappresentano il futuro dell’Arma, per questo devono portare alta l’Etica del Tricolore, diventando per il popolo valoroso esempio di onestà e rettitudine.

«Queste sono le leve dei futuri investigatori di cui noi siamo fieri per esserne fautori»: questi i versi con cui Iannello esprime orgoglio e gratitudine verso un’istituzione che gli ha consentito di congiungere la passione per la vita militare a quella per l’insegnamento.

La paternità rappresenta infine una delle tematiche più rilevanti all’interno della silloge, non solo perché essa è espressione di tutte le autobiografiche vicende di tenerezza paterna ma anche perché sembra ricongiungere idealmente tutti gli argomenti affrontati: l’infinito mistero della paternità riunisce l’uomo al suo creatore, l’allievo al suo istruttore, i componimenti al suo ideatore.