La Fondazione Santina Onlus al Liceo Pizi di Palmi - FOTO

“Viviamo in una società che ci chiede aiuto e,

“Viviamo in una società che ci chiede aiuto e, spesso, facciamo finta di niente. Presi come siamo dai nostri impegni spasmodici, perdiamo la cultura del gesto, dell’amore verso l’altro, del tendere la mano, dell’offrirsi agli altri. Eppure, il bene fatto ritorna sempre: è un buon investimento per la nostra vita e per il benessere della nostra interiorità. E la giornata di oggi, dedicata alla solidarietà e all’adozione a distanza, educa i giovani a migliorare la società in questo senso”. Queste le parole del Dirigente Scolastico, Prof.ssa  Maria Domenica Mallamaci che, nell’Auditorium dell’Istituto “N.Pizi” di Palmi,  il giorno 3 Marzo, ha aperto i lavori della Conferenza sulla Solidarietà promossa dalla Prof.ssa Rita Milito.

“ Educare i giovani ad operare con gesti concreti nel porgere aiuto a chi è indifeso, a chi vive in terre martoriate dalla guerra, a chi sopporta di condurre una vita di stenti in una terra arida e sterile che poco frutto offre ai suoi figli, è questo il fine dell’incontro di oggi con gli esponenti dell’Associazione ONLUS – Fondazione Santina -, perché educare all’aiuto verso i nostri simili, più infelici di noi, incoraggia ad offrirsi all’altro, senza guardare al colore della pelle, alla diversità religiosa, ai costumi ed usi diversi: bisogna “vivere” piuttosto la tolleranza, il rispetto e l’amore verso l’altro, valori che non possono, anzi, non devono stancarci mai!”. Incoraggiano all’ascolto e a diventare subito operativi le parole della Prof.ssa Rita Milito, nel suo intervento di saluto e di presentazione degli ospiti a cui ha poi ceduto la parola, entrando nel vivo della Conferenza.

In questo mondo così diversificato, in cui si vivono due realtà, una progressista ed economicamente avanzata, ed una lenta nel suo sviluppo e culturalmente svantaggiata, dobbiamo diventare “cultori di speranza” ed aiutare chi ha più bisogno di noi e la nostra terra, il Meridione d’Italia, nonostante i suoi problemi, porge una mano a chi soffre e a chi non è privilegiato come noi”. Con queste affermazioni il Vescovo, Mons. Francesco Milito ha salutato gli studenti e gli intervenuti all’incontro in Auditorium, risvegliando nei presenti il desiderio di fare del bene e di dare una mano a chi soffre, “perche chi lo fa vive, poi, osservando il mondo da un’altra prospettiva”.

Un incontro preparato nelle classi lungo un percorso sulla Solidarietà che ha avuto come fine quello di indirizzare gli studenti a guardare oltre l’orizzonte, verso quelle terre le cui condizioni di vita possono farci comprendere la bestialità dell’Uomo moderno che minaccia il proprio simile, che lo perseguita per fini religiosi, che lo stupra perché debole, che lo uccide  perché visto come nemico. “Guardare  a questi popoli, tendere la mano, offrire quel poco che si può, vale più di una ricca donazione, perché proviene da un moto dell’animo che ci fa privare del nostro piccolo compenso per farne dono a chi ne ha più bisogno”. Con queste parole il Dott. Emanuele Berbenni e Franca Rosa Scordo,  Membri  del Direttivo dell’Associazione “Amici di Santina Zucchinelli”, hanno reso la loro testimonianza, condivisa appieno da Don Gigi Ginami, Presidente della Fondazione Santina ONLUS ( così intitolata, in ricordo della madre), anch’egli presente all’incontro, nell’occasione tutti relatori e protagonisti di viaggi della speranza in terre martoriate, in America Latina, in Medio Oriente e in Africa. Una conferenza intervallata da video che hanno testimoniato le loro opere di carità e di aiuto fattivo a piccole comunità, come nel Kenya e a Mosul, raccontando episodi di piccole felicità e di grandi pentimenti, come quello avvenuto nel carcere di massima sicurezza del Perù, posto a  5.050 m. di altezza, in cui anche la permanenza in condizioni disumane diventa salvifica, non essendoci alcuna possibilità di fuga. E il miracolo può accedere proprio lì, dove un pluriomicida si confessa pubblicamente, invocando il perdono di Dio e ricevendo l’assoluzione perché “Questo è Gesù”, come viene riportato nel passo delle Beatitudini.

Gli alunni, in profondo silenzio, hanno assistito alla rassegna dei video che presentavano una realtà ben diversa dalla nostra. Hanno contribuito, inoltre, ciascuno con una piccola somma, all’acquisto di un libretto-testimonianza di una percorso di vita difficile di una donna, Juana, il cui figlio, morto appena nato, è stato da lei seppellito in una porcilaia proprio perché viveva in condizioni di estrema povertà e di analfabetismo. Storie diverse, vicende difficili, realtà crude di Paesi in cui la tutela del minore è soltanto un insieme di parole senza senso, in cui piangere rappresenta l’unico segno di forza.

Presenti alla Conferenza, che è proseguita nel pomeriggio, oltre alle autorità  militari e religiose, anche i Presidenti dei Club Service  e delle Associazioni culturali del territorio che offrono il loro contributo ad attività di assistenza nel sociale e ad iniziative allo sviluppo e alla solidarietà.

Fonte: Marilea Ortuso