Intitolazione ufficiale del Lungomare di Pellaro a Consolato Paolo Latella

Lunedi 24 aprile, alle ore 10, alla presenza del

Lunedi 24 aprile, alle ore 10, alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà e delle altre autorità civili, religiose e militari del territorio, il Lungomare di Pellaro verrà ufficialmente intitolato a Consolato Paolo Latella. L’intitolazione giunge al termine di un percorso condiviso che ha visto protagonisti la Commissione “Politiche sociali e del lavoro”, che ha formulato con votazione unanime la proposta di intitolazione del Lungomare della zona sud della città, avanzata su iniziativa del Consigliere Antonio Ruvolo ed abbracciata dagli altri rappresentanti pellaresi dell’Amministrazione Giuseppe Marino, Antonino Zimbalatti, Giovanni Latella e Nancy Iachino, e la Commissione toponomastica, presieduta dal Professor Giuseppe Cantarella, che ha espresso il parere favorevole previsto per legge nel Luglio 2016.

Consolato Paolo Latella, medico, è nato il 3 agosto del 1909. Iniziò la sua esperienza politica nel 1946, quando fu eletto consigliere comunale di Reggio Calabria per il Partito d’Azione (P.d’Az.), il cui leader nazionale era Ferruccio Parri, ex capo supremo delle forze partigiane. Al Consiglio comunale della città dello Stretto continuò ad essere eletto ininterrottamente fino al 1970 militando, dopo lo scioglimento del P.d’Az., nel Partito Socialista Italiano (PSI) di Pietro Nenni, Riccardo Lombardi, Francesco De Martino e Giacomo Mancini. Nel corso del mandato di consigliere comunale fu più volte assessore alla sanità.

Venne eletto consigliere regionale nel 1970, fu nominato assessore alla Sanità della prima Giunta regionale della Calabria, presieduta da Antonio Guarasci. Promotore della legge regionale sugli asili nido, una delle prime in Italia, e della legge per l’ammodernamento degli ospedali calabresi, Latella, nella sua attività di assessore, dedicò particolare impegno all’attuazione dei decreti delegati ed alla modernizzazione ed efficienza della rete ospedaliera.

Purtroppo, a causa del fatto che votò a favore dell’approvazione dello Statuto regionale (ricordiamo che votarono contro i consiglieri Lupoi, Marini, Iacopino e Falvo; Intrieri era assente) venne considerato, durante la Rivolta, come un “traditore” e subì un primo, grave, attentato dinamitardo contro la propria abitazione il 1 settembre del 1970.

A questo attentato ne seguì un altro, contro la sua automobile, il 24 dicembre del 1973. Quattro giorni dopo, il 28 dicembre, nell’aula del Consiglio regionale, mentre ringraziava i Gruppi consiliari della solidarietà espressa nei suoi confronti in occasione di questo secondo attentato, venne colpito da un malore, e morì il 3 gennaio 1974 successivo.