La Fabbrica di Cioccolato di Roald Dahl: un fantasy con un insegnamento

Il messaggio del libro, miscelato ad avventure divertenti e personaggi strampalati, arriva forte e chiaro al lettore, che non si può sottrarre all’evidenza

Come ogni domenica CityNow vi propone un libro da leggere. A far da protagonista questa settimana un classico intramontabile della letteratura moderna: ‘La Fabbrica di Cioccolato’.

“Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente… a dire il vero, avevano a malapena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora”.

In occasione di Pasqua, dove i dolci fanno da padroni, è impossibile non riproporre un romanzo per bambini, che dal’64 – anno della sua prima pubblicazione – ad ora, ha deliziato i lettori di ogni età. Si perchè se il titolo non fa altro che invogliare i più golosi, la trama si occupa di affascinare gli altri.

Poco più di 50 anni fa nasceva infatti la Fabbrica di Cioccolato più famosa del mondo, ed anche la più amata da adulti e bambini. Si tratta proprio della fabbrica che fa da cornice, e allo stesso tempo da protagonista, al romanzo di Roal Dahl.

La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl

Willy Wonka, proprietario della famosa fabbrica, decide un giorno di indire un concorso: fra le barrette di cioccolato vendute in tutto il mondo ve ne sono 5 speciali, contenenti dei biglietti d’oro – chi è che non ha sognato almeno una volta di possederne uno? -. Questi speciali biglietti permetteranno ai fortunati possessori di vincere una visita alla famosa e segretissima fabbrica di cioccolato di cui tutti parlano.

Ad aggiudicarsi l’ambito premio saranno 5 bambini, molto diversi tra di loro: Augustus Gloop corpulento e goloso, Veruca Salt, una ragazzina molto viziata da suo padre, Violetta Beauregarde, la campionessa mondiale di masticazione di gomme, Mike Tivù, un ragazzo attratto dalla televisione e dai videogiochi, e infine Charlie Bucket.

Al contrario degli altri bambini, Charlie è un bambino con una vita un po’ difficile, per nulla viziato e abituato a condividere con gli altri quel poco che gli è stato dato. Charlie, al contrario degli altri, non ha avuto la possibilità di scartare centinaia di barrette fino a poter trovare il biglietto d’oro, lui era stato scelto dalla fortuna; la famiglia Bucket, tanto povera da aver a malapena di cosa mangiare, ogni anno, nel giorno del suo compleanno regalava infatti a Charlie la cosa che più desiderava al mondo: una barretta di cioccolato.
Un colpo di fortuna, ma anche al cuore, perché grazie alla maestria di Dahl il lettore si ritrova immerso fino all’anima in una storia dolce quanto amara.

E parlando di sentimenti, una figura di fondamentale importanza – nella vita reale così come nel libro – è quella del nonno, che accompagnerà Charlie alla scoperta della fabbrica, ma anche dei sentimenti reconditi che avvolgono l’animo umano.  

In prima battuta non si comprende il vero motivo per cui Willy Wonka, proprietario eccentrico della famosa quanto segreta fabbrica ha indetto il concorso; il mistero però, come spesso accade, verrà risolto con il susseguirsi delle pagine: è necessario trovare al più presto un erede a cui lasciare la fabbrica, essendo Willy un uomo solo.

Il lettore accompagnerà dunque Charlie nelle sue tantissime avventure all’interno della Fabbrica, dove non mancherà di certo la presenza di strani operai: gli Umpa – Lumpa, piccoli uomini venuti dalla giungla di Lumpalandia che nessuno sa dove si trovi.

La particolarità di questo intramontabile capolavoro non sta solamente nel tema esclusivo scelto dall’autore, ma anche e soprattutto dal punto di vista da cui è narrata la storia. Non dobbiamo infatti dimenticare che con la lettura de “La Fabbrica di Cioccolato” ci troveremo a vivere l’intero viaggio attraverso gli occhi di un bambino, con l’ingenuità e la sorpresa che può appartenere solo a quell’età.

La storia è conosciuta soprattutto grazie alle due trasposizioni cinematografiche “Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato” e “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton.

La morale del romanzo

Ma leggere il libro è tutt’altra cosa, perchè immaginare tutto nella nostra mente amplifica le nostre emozioni. E se c’è una cosa che possiamo dire del nostro autore è che è senz’altro riuscito nel suo intento: il messaggio del libro, miscelato ad avventure divertenti e personaggi strampalati, arriva forte e chiaro al lettore, che non si può sottrarre all’evidenza.

Willy Wonka infatti, per quanto ricco e proprietario di una famosa fabbrica di cioccolato, il simbolo della dolcezza per antonomasia, è solo. Mentre Charlie, il bambino che vive in una famiglia povera, dove spesso non ha da mangiare, è il bimbo più amato al mondo e la sua vita è piena di dolcezza nonostante possa mangiare una sola barretta di cioccolato all’anno.

È questo il messaggio che con tanto impegno Dahl voleva lasciar trasparire dal suo romanzo, basta bambini capricciosi e viziati e genitori iperprotettivi, ad essere premiate a volte sono le qualità come umiltà e bontà, che troppo spesso oggi vengono dimenticate.

Sia quindi per la novità del tema, che per la morale contenuta al suo interno il romanzo è un romanzo visionario, che ha anticipato molti problemi che affliggono la società di oggi (come ad esempio la perdita di valori).

Willy e Charlie — Non dimenticare quello che accadde a chi ha avuto ciò che ha sempre desiderato. — Cosa gli successe? — Da allora visse felice e contento.

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