Horcynus Festival, in prima regionale a Reggio "La veglia"

L’Horcynus Festival porta il dramma della disper

L’Horcynus Festival porta il dramma della disperazione, sedata a colpi di jingle pubblicitari, giochi a premi e telenovele, sul palco dell’Auditorium Zanotti Bianco (ex Cipresseto). Domani sera, martedì 27 marzo, alle 21:00 va in scena in prima regionale “La veglia”, la nuova produzione del Teatro Biondo di Palermo, scritta e diretta da Rosario Palazzolo.

A pochi giorni dall’applauditissima anteprima, l’attore Filippo Luna interpreta da solo, sulla scena realizzata da Luca Mannino (luci di Alice Colla, musiche ed effetti di Francesco Di Fiore), il carico di solitudine e rabbia di Carmela, una donna esagitata che, chiusa in una stanza, attende il corpo senza vita della figlia. Un corpo preteso e conteso col pubblico, antagonista ideale, muto e terribile. Carmela è una lingua di fuoco e una bocca di cannone che sputa odio e sarcasmo, prendendosi gioco della sintassi comune: una rivolta linguistica consapevole, che utilizza jingle televisivi, stralci di discorsi delle sue trasmissioni preferite, compagne di una disperazione composta, silenziosa, sopita e messa a sedere davanti al piccolo schermo. Perché Carmela non parla da vent’anni, chiusa nella sua stanza, protetta da un’immaginazione che adesso non le basta più. Per questo è uscita, per questo è lì, per questo tra un attimo ripiglierà a parlare.

«La veglia è la terza parte della trilogia Santa Samantha Vs – sciagura in tre mosse – racconta l’autore e regista Palazzolo – una narrazione seriale che racconta di una giovane donna incoronata madonna in terra, obbligata a dispensare miracoli perché possiede dei doni incontestabili, dice la gente, e ciò che dice la gente diviene l’unica verità. Se ne Lo zompo e Mari/age ho formulato un pensiero dinamico, possibilista, ne La veglia ho raccattato i temi principali di questi ultimi anni e me li sono fatti deflagrare sotto al naso. Innanzitutto ho preteso una nuova lingua, carica di neologismi, sgrammaticature. Una lingua spuria, anche, e ragionatissima, scaturita dal silenzio, masticata dalla rabbia, e super falsa, che facesse del disagio per il neoreale una prodigiosa contingenza della realtà. Per una lingua così occorreva una donna così, Carmela, una mostruosità palese, un rebus privo di risoluzione, un’iperbole, lanciata verso il ridicolo, perché ciò che davvero racconta La veglia è la nostra credulità, alla ricerca di un nuovo fallimento, ovviamente altrui, e in mondovisione per giunta, affinché ci sia sempre qualcuno a cui sussurrare Guarda, e piangi insieme a me. La veglia è uno spettacolo sullo spettacolo dello spettacolo, quello mediatico, che ci ha resi tutti spettatori, persino di noi stessi».

«Ho scelto La veglia per l’ultima appendice dell’Horcynus Festival 2017 – conclude Massimo Barilla, direttore artistico della sezione “MigrAzioni tra terre e mare” – per indagare una periferia esistenziale solo apparentemente lontana da noi. Un isolamento disperato e rabbioso su cui abbiamo cominciato a riflettere già l’8 marzo con il primo studio di ‘Nfernu a cura di Mana Chuma Teatro e che adesso siamo orgogliosi di approfondire con il testo di Rosario Palazzolo e l’interpretazione di Filippo Luna».

L’Horcynus Festival “Periferie” è una produzione della Fondazione Horcynus Orca, in collaborazione con la Fondazione di Comunità di Messina, ed è sostenuto dalla Regione Calabria tramite l’avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria.