Fabrizio Pratticò, il portiere giramondo: "Dalla Svezia alle Fiji, vi racconto un calcio nuovo"

di Matteo Occhiuto - L'Italia, e più in generale

Ristobottega

di Matteo Occhiuto – L’Italia, e più in generale Reggio Calabria, ha sempre avuto la particolare – e per nulla encomiabile – tendenza a veder partire i propri figli, costretti ad abbandonare il Belpaese alla ricerca di un futuro florido al di fuori dei confini nazionali. Storie di andate, spesso, senza ritorni, di valigie riempite con speranze e sogni. In alcuni di questi grandi bagagli, poi, capita anche che qualcuno decida di infilare anche un paio di guantoni da portiere e scarpe chiodate. Quel qualcuno, nel nostro caso, è Fabrizio Maria Pratticò.

Fabrizio PratticòUna vita nel pallone, una vita con il pallone, una vita per il pallone. La storia di questo ragazzo, classe 1990, è assolutamente singolare. Fabrizio, infatti, originario della città dello Stretto, “scopre” il magico mondo nel calcio alla tenera età di sei anni, iniziando, neanche a dirlo, a difendere la porta del Centro Reggio Junior. È l’inizio di una magnifica avventura che lo porta a vestire, a livello giovanile, prima le maglie di Reggina e Siena, poi quelle di Hinterreggio, Melitese e Sorrento.

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In Italia, però, i regolamenti, che costringono i club di Serie C a dar spazio agli under, lo penalizzano. E cosi, quando il pallone tricolore sembra dargli il benservito, Fabrizio decide di tentare una nuova esperienza di vita“Dopo l’annata in Campania, il nuovo sistema di contribuzione per l’utilizzo dei giovani ha costretto tanti club di terza serie a far giocare i giocatori dati dal 1991 in poi. Mi ritrovai, di colpo, tagliato praticamente fuori. A quel punto Mafrica, un procuratore reggino che venne a vedermi giocare in quelle annate di Lega Pro, mi propose un provino in Svezia. Che superai. La prima esperienza lí ha cambiato poi le carte in tavola. Da quel momento, infatti, ho ricevuto maggiori proposte dall’estero che dal nostro paese. È stata un escalation: prima la Svezia, poi l’Islanda e, da lí, le chiamate in Australia, Nuova Zelanda e Fiji”.Fabrizio Pratticò

Ad attendere Fabrizio c’è un nuovo stile di vita e, più in particolare, un modo assolutamente diverso di intendere il calcio : “Ho notato un approccio molto meno stressante al pallone. Si vivono diversamente i risultati, si vive diversamente la stessa vita calcistica. Non si guarda la tv, non si leggono ossessivamente i giornali. Ricordo che, in Svezia ed Islanda, al termine della partita ci si trovava insieme agli avversari per una zuppa ed una chiacchierata sulla gara. Lì, poi, non ci sono ritiri, salvo trasferte lunghe e la preparazione della stagione si svolge in maniera molto meno pesante. Nonostante, ve lo assicuro, un livello agonistico non inferiore a quello vissuto in Italia: basti pensare che noi non saremo ai Mondiali, mentre Svezia, che ci ha addirittura eliminato ai play-off, Islanda sì“.


Fabrizio PratticòUno dei momenti più emozionati, come testimoniato dalla stessa vibrante voce di Fabrizio nel ricordarlo, è stato l’approdo nella massima serie scandinava: “Ricordo con grande piacere quando mi chiamarono per firmare il contratto con il club della Serie A svedese. Fu davvero molto emozionante, senz’altro uno dei giorni più belli della mia vita”.

Nel suo girovagare, però, la strada del portierone reggino, durante l’esperienza di Sorrento, ha anche incrociato quella di Maurizio Sarri, oggi ai vertici del calcio italiano: “Non ero la sua prima scelta, lo ricordo bene, anche perchè avevo davanti un portiere molto più esperto. Ha uno stile di lavoro maniacale e nonostante, come oggi del resto, alcuni trovassero davvero poco spazio, nessuno riusciva a volergli male per la sua abilità nel coinvolgere tutta la rosa. Ricordo anche che, una volta, durante un ritiro, rientrai in albergo un’ora dopo il coprifuoco. La società voleva punirmi ma, quando fu interpellato, disse di non voler prender provvedimenti e che il suo unico interesse era quello di vincere il campionato per andare avanti in carriera ed, un giorno, allenare in Serie A. Si merita tutto il successo che sta avendo, spero, pur essendo tifoso juventino, che possa riuscire a vincere il tricolore perchè quello che ha realizzato è incredibile”.


Fabrizio PratticòIl futuro di Fabrizio, che nell’ultimo mese ha difeso la porta della Reggiomediterranea, è ancora incerto: “Non so ancora cosa farò nei prossimi mesi. Ho intrapreso un percorso universitario e devo ancora decidere se tornare alle Fiji. Lí ho un anno di contratto, magari con un prolungamento deciderei più facilmente (ride, ndr). Comunque, davvero, ancora sono indeciso anche perchè con con il club di Valanidi sono stato davvero bene. Hanno un’organizzazione invidiabile, frutto di una partecipazione societaria incredibile: non fanno mancare nulla ai giocatori. Chissà, magari arriva qualche altra telefonata…”.

Magari arriverà, magari no. Qualunque cosa accada, però, una cosa Fabrizio ce l’ha insegnata ed è quella di dover sempre inseguire il proprio sogno. Anche, e nessuno come lui può insegnarlo, a costo di fare una valigia ed andare molto, molto lontano.