Ex Reggina, De Francesco: ‘Non vero quello che è stato detto. Tutti abbiamo sbagliato’

Una breve apparizione all’esordio, poi solo panc

Una breve apparizione all’esordio, poi solo panchina nelle due gare successive con lo Spezia. Alberto De Francesco ha realizzato quello che era il suo desiderio, cioè avere la possibilità di confrontarsi con un campionato di categoria superiore e pazientemente attende il suo turno per poter mostrare le proprie qualità. E’ stato intervistato dallo storico periodico in distribuzione allo stadio “Forza Reggina”, diretto dal collega Antonello Placanica, questi alcuni passaggi:

“Nella settimana che ha preceduto la partita con la Paganese ero sicuro al 100% che sarei andato via, ma solo il giorno prima che sarei finito allo Spezia. Però ho voluto giocare lo stesso la mia ultima con la Reggina. Quella della vigilia è stata una notte lunga, non sono riuscito a dormire tanto. Non sarebbe stata per me una partita come le altre, nella mia breve carriera non mi era mai capitata una situazione simile.

Ci tenevo a giocare per lasciare un ottimo ricordo di me come calciatore, la Reggina mi ha dato tanto, ma anche perché negli ultimi tempi si era parlato molto di me, ma per altre cose più che come calciatore”.

Nell’attesa del tiro del rigore, molti suoi compagni si sono avvicinati al dischetto: per incoraggiarla o perché avrebbero voluto calciarlo?

“Non mi ero reso conto di chi si fosse avvicinato. Il rigorista ero io, ho detto solo ‘andate via’, ero troppo concentrato a calciarlo”.

Cos’è accaduto davvero in quel periodo turbolento a ridosso del Natale?

“Non ritengo giusto dirlo, tutto ciò che accade all’interno dello spogliatoio deve rimanerci.

Ci sono state situazioni in cui abbiamo sbagliato tutti, calciatori, allenatore, direttore, società; ma non è vero tutto quello che è stato detto. Abbiamo fatto errori, ma sempre per il bene della Reggina.

E’ stato un momento veramente difficile, poi c’è stato un confronto che ha portato nuova linfa, come si è visto con i risultati successivi”.

Perché non ha accettato il rinnovo del contratto?

“Ho fatto capire alla società, alla quale sarò sempre riconoscente, che a 23 anni potevo avere la possibilità di avanzare nella carriera e salire di categoria soltanto se fossi andato via a costo zero perché di questi tempi nessuna società sarebbe stata disponibile a pagare. Devo ringraziare i Praticò che hanno consentito il mio trasferimento allo Spezia. Non è stato facile; è stato un onore fare così giovane il capitano della squadra, ma era troppo forte la voglia di cogliere un’opportunità che ho conquistato grazie alla Reggina”.

Cosa ha pensato quando c’è stato lo stravolgimento tecnico a fine stagione?

“Ero dispiaciuto perché eravamo riusciti a fare qualcosa di bello, creato entusiasmo, eravamo un bel gruppo. Solo questo, perché poi i calciatori devono adeguarsi alle decisioni della società”.

Lasciare una squadra dove era un punto fermo per salire di categoria, ma col serio rischio di essere costretto a fare la riserva, è stato davvero così conveniente?

“Cercherò di ritagliarmi uno spazio importante nello Spezia con la stessa umiltà che mi ha consentito di diventare un giocatore importante nella Reggina”.