Emily Lowe racconta la Calabria in un diario di viaggio: 'Evviva la terra dei pericoli romanzeschi'

Prima donna in Inghilterra a ottenere la patente di capitano navale e ad attraversare il Mediterraneo al comando di uno yacht, Lowe rompe gli stereotipi delle viaggiatrici quali intrepide zitelle con parasole, pellegrini in gonnella…

CityNow torna con un nuovo appuntamento della rubrica #InsideTheBook, la rubrica attraverso cui, ogni settimana, vi proponiamo un libro da leggere.

Un’opera un po’ ‘ingannevole’, che non ha nulla a che vedere col mondo del femminismo e dei diritti lesi delle donne, ma anzi narra la storia di due donne che con grande coraggio e intraprendenza affrontano un viaggio alla riscoperta della nostra terra.

Si tratta proprio di Emily Lowe, la scrittrice dell’opera, e della madre. Siamo nella Londra vittoriana del 1859, qui la Lowe pubblica per la prima volta “Unprotected females in Sicily, Calabria and on the top of mount aetna”, ripreso e tradotto da Rubettino Editore nel 2012.

Un’opera passata, quasi storica, che viene rispolverata dalla grande biblioteca che è la cultura internazionale e che vede protagonista proprio la Calabria.

La Lowe racconta di un viaggio senza scorta e con un leggero bagaglio per non subire la presenza di scomodi gentlemen. Prima donna in Inghilterra a ottenere la patente di capitano navale e ad attraversare il Mediterraneo al comando di uno yacht da 350 tonnellate, Emily Lowe rompe gli stereotipi delle viaggiatrici quali intrepide zitelle con parasole, pellegrini in gonnella e pioniere del picnic.

Pienamente consapevole dell’unicità del viaggio intrapreso, la scrittrice fa spesso intendere al lettore di essere un’autentica traveller e non una semplice turista e, appena sbarcata sulla spiaggia di Reggio esclama: “Evviva la Calabria! Terra dei pericoli romanzeschi che la proteggono dall’invasione dei viaggiatori”.

Pur cadendo nei tranelli degli stereotipi e dei pregiudizi che spesso caratterizzano i diari di viaggio, Emily Lowe ci regala un delizioso ritratto al femminile della regione e dei calabresi dell’epoca non mancando di volgere lo sguardo verso la società ospitante per sottolinearne anche i tratti positivi.

Uno scorcio panoramico su di una terra a noi inedita, che col tempo è rimasta molto legata alle tradizioni cercando però di volgere un occhio anche al presente e al futuro.

Emily Lowe è una delle tante figlie del Grand Tour, il viaggio culturale nato durante il ‘700 che ha proseguito la sua tradizione per oltre un secolo, che imponeva ai giovani aristocratici, sia essi uomini che donne, di visitare le maggiori capitali europee, con lo scopo di tornare nella città di origine arricchiti dalle altre culture incontrate durante i loro pellegrinaggi.

La Lowe cambia un po’ le carte in tavola delle classiche usanze, che non prevedevano assolutamente di lasciare una ragazza e una madre in viaggio da sole per il mondo, per di più in Calabria, la terra di Briganti di cui persino i nobili cavalieri mostravano un timore reverenziale.

Risalendo la regione da Reggio Calabria a Cosenza, il resoconto della Lowe termina a Paola, luogo in cui si erge il Convento di San Francesco di Paola.

Cona la sua innata propensione alla scrittura, Emily, nel suo diario, annota tutti i punti salienti della sua impresa, stilando un vero e proprio resoconto del viaggio.

Donne indifese in Calabria” non vuole essere quindi un monito per donne in difficoltà, al contrario, il piccolo volume composto solamente da 67 pagine, sprona le lettrici ,e i lettori in generale, a ricordare sempre che alle donne non manca proprio nulla per mettersi in marcia da sole, senza nessuno che guardi loro le spalle.

Un inno all’indipendenza che proviene da una personalità caparbia e decisa, una donna che sa cosa vuole e non si fa intimidire dalle convenzioni sociali, anzi le sfida.

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