Doppio Sogno - Tideland, il mondo capovolto di Gilliam

  Amanti  di un cinema classico, facile e d

 

Amanti  di un cinema classico, facile e didascalico non osate avvicinarvi a Tideland, film di Terry Gilliam, perché lo troverete sconclusionato, noioso e a tratti quasi offensivo. Abituato a sorprenderci sin dalle scorribande con i Monthy Piton in questo film (datato 2005) Gilliam  si supera, e magari insospettito dalle vicende lavorative (i Fratelli Grimm non molto apprezzato e il sogno del Don Chisciotte mai riuscito a realizzare) decide di spingersi oltre e spiazzare il pubblico.

La storia si dipana attorno alla bambina Jeliza-Rose (Jodelle Ferland) e alla sua bizzarra famiglia tutta droga e rock’n’ roll. Alla morte della madre, il padre decide di portarla nella sua vecchia casa che divideva da giovane con la propria madre. Successivamente muore anche il padre, e alla bambina (oltre alle sue inseparabili teste di bambole) non rimane che fare amicizia con l’unica famiglia che abita nei paraggi, anch’essa alquanto bizzarra…

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Tideland ci appare come una perenne parentesi: tra la vita e la morte, tra la veglia e il sonno, tra la realtà e la fantascienza, ma anche (più semplicemente) tra il bello e il brutto.

Esattamente lì infatti possiamo collocare la non completamente riuscita pellicola di Gilliam, che vede Jeff Bridges recitare più da morto che da vivo, e questo è un errore imperdonabile considerata la bravura dell’attore.

Sembra esserci un intoppo narrativo : non assistiamo a nessun cambio di marcia e la storia non sempre riesce a essere emozionante come potrebbe. Alcune scelte appaiono goffe insensate ed eccessivamente provocatorie  (su tutte la “storia d’amore” accennata tra Jeliza-Rose e Dickens), molto interessante invece vedere come la piccola protagonista riesce e entrare in simbiosi con tutti i personaggi.

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Poco importa che siano genitori strafatti di eroina, teste di bambole o ragazzi ritardati, tutto va bene purchè sia funzionale al suo mondo, pieno dell’immaginazione che solo i bambini riescono ad avere.

E’ proprio nell’immaginazione, nell’onirico, che Gilliam da il meglio di sé , mostrandoci come al solito luoghi incantevoli, e adoperando la cinepresa con la stessa bravura sia nelle enormi distese che nelle piccole e buie stanzette, aiutandosi con dei validi collaboratori (su tutti l’italiano Nicola Pecorini che produce una fotografia splendida).

Buone le interpretazioni dei 2 attori principali, specialmente la piccola Jodelle Ferland che occupa la quasi totalità del film e che non è certamente avvantaggiata nel recitare  trovandosi sempre di fronte personaggi “particolari” o inanimati. La bravura principale della protagonista è quella di farci sembrare tutto normale e leggero, addirittura la morte viene vista con aria disincantata.

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Tideland è l’ennesimo viaggio colorato , provocatorio e fantasioso di Gilliam, dove  “una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie incontra Psycho” , dove bisogna sfruttare la tenera immaginazione di una bambina per vedere i reali lati mostruosi degli adulti.

di Pasquale Romano – *’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato, attori e registi che hanno fatto la storia del cinema. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte.