'Doppio Sogno' - Into The Wild, la storia vera di tutti noi

*Ci sono film che sono poesia in movimento, respir

*Ci sono film che sono poesia in movimento, respirano arte, colpiscono sia al cuore che allo stomaco. E’ sicuramente il caso di Into the wild, film del 2007 che il mai banale (sia come attore che come autore ) Sean Penn trae dall’omonimo libro cult di John Krakauer tradotto in italia con il titolo “Nelle terre estreme”.

Il regista ne fa una personale sfida, una piccola finestra da cui scorgere la società moderna. Penn sorprende nuovamente con un grande film, scandalosamente ignorato dai membri dell’Academy considerato che non ha portato a casa neppure una statuetta.

Il quarto lungometraggio del registaattore americano narra di una storia realmente accaduta in America nei primi anni 90’. Il protagonista è Christopher McCandless, giovane ragazzo appena laureatosi brillantemente e atteso da una “ovvia” carriera.

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Il ragazzo decide invece di andare controcorrente: dà tutti i risparmi in beneficenza e decide di partire da solo per vivere da vagabondo, senza un soldo né fissa dimora; solo lui e il suo zaino con gli oggetti necessari per sopravvivere, lasciando senza notizie una famiglia sbigottita e immersa nel dolore.

Tutto è nuovo, anche il nome; d’ora in poi si farà chiamare ‘Alexander Supertramp’: come unico retaggio del suo passato da “ricco” rimane solo l’elegante orologio d’oro. Inizia così il suo lungo viaggio per tutta l’America, dove farà numerosi incontri (i più importanti saranno una coppia di hyppie e un anziano signore) con un unico, inseparabile chiodo fisso: l’Alaska.

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Li, nelle terre fredde e selvagge, il protagonista vorrà vivere l’apice della sua esperienza, portandola alla più difficile estremità…

Into the wild  vive di una magia particolare ed è costruito su un impianto narrativo a 2 vie : da una parte il percorso che ha portato il protagonista in Alaska, dall’altra proprio la vita vissuta in Alaska.

Tutto fa da corollario alla storia ma nulla sembra indispensabile, se non la meravigliosa luce che abbaglia gli occhi del protagonista in tutto il suo percorso. La musica (una colonna sonora perfetta creata su misura dal leader dei Pearl Jam, Eddie Vedder) e i luoghi incantevoli che ci fanno scoprire di quali bellezze è capace l’America, parlano e raccontano più di 10 attori messi insieme, sono co-protagonisti perfetti.

A tratti ne esce quasi un documentario che renderebbe benissimo anche da solo, escludendo dal racconto il percorso umano ed emotivo del protagonista.

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Into The Wild parla di coraggio, libertà, felicità, amore, perdono e dolore, ma anche di politica, pace, famiglia e di fede, tutti affrontati con la stessa lucidità e con la stessa delicatezza. E’ la storia del tutto, e di tutti noi.  (“La libertà e la bellezza sono troppo belle per lasciarsele sfuggire“).

Non potremo mai capire davvero cosa ha portato il protagonista a compiere questa scelta e quale fuoco arde dentro di lui, sappiamo solamente due cose : che la sua sofferenza interiore parte da una antica rabbia verso i genitori, che negli anni pian piano è diventato odio, e che per lui la natura selvaggia e incontaminata e gli animali sono cose da cui non può prescindere. (“Non amo di meno gli uomini, ma amo di più la natura“).

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La paura è degli umani che non vogliono fuoriuscire dai binari pre-costruiti, la prudenza è di chi vive di soldi, di oggetti, di recinti ben definiti (“Non voglio avere soldi. I soldi fanno diventare prudenti“).

Invece ‘Supertramp’ vuole vivere a 360°, andare alla radice di concetti quali libertà, felicità e coraggio, vuole capire di cosa ha realmente bisogno l’essere umano per essere realizzato, vuole riscoprire il vero valore dello stupore e continuare a meravigliarsi ogni giorno per un motivo diverso. (“L’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze“).

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Non si può non rimanere colpiti dalla recitazione di Emile Hirsch, alle prese con un ruolo complicatissimo, pesante oltre che dallo scontato lato psicologico-emotivo anche sul piano fisico (ha dovuto perdere ben 20 chili nel corso delle riprese). Hirsch è gravato dalla responsabilità di avere un film totalmente sulle proprie spalle.

Il lavoro più difficile è sicuramente quello dell’immedesimazione (i veri genitori del ragazzo hanno permesso che l’attore indossasse i vestiti del figlio) e alla fine l’interpretazione risulta intensa e realistica a sufficienza. Di più era (quasi) impossibile fare.

Into The Wild è un viaggio dentro di noi, al centro della vita. E come ogni vita, ha a che fare con  la morte.

Forse siamo tutti Christopher McCandless, sicuramente lo abbiamo immaginato (sperato) almeno una volta. Lui è il super eroe non mitologico. La rappresentazione di un qualcosa che probabilmente temiamo, ma la cui esistenza ci dà sollievo e conforto.

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di Pasquale Romano – *’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato, attori e registi che hanno fatto la storia del cinema. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte.