Doppio Sogno - American Gangster, un lampo di grande cinema

American Gangster è  un lampo di luce firmato Ri

American Gangster è  un lampo di luce firmato Ridley Scott, film datato 2008. La trama si sviluppa negli anni 60’ e 70‘, (gli anni del Vietnam, di Martin Luther King e dell’eroina diffusa quanto il caffèlatte): il boss di Harlem, Bumpy Johnson, muore lasciando cosi un eredità pesante.

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A sorpresa il suo posto viene preso dal suo autista, Frank Lucas (Washington), che riesce a scalare rapidamente i vertici del potere grazie ad un idea tanto semplice quanto devastante per la sua ascesa economica. Prendere l’eroina direttamente dal produttore e, senza alcun intermediario, venderla alla metà del prezzo e ad una qualità mai vista prima, con un marchio che diventa sinonimo di qualità e fiducia, blue magic.

TITLE: AMERICAN GANGSTER ¥ PERS: BROLIN, JOSH / CROWE, RUSSELL ¥ YEAR: 2007 ¥ DIR: SCOTT, RIDLEY ¥ REF: AME084AH ¥ CREDIT: [ THE KOBAL COLLECTION / UNIVERSAL/SCOTT FREE ]

Tra chi dà la caccia a Lucas si distingue l’integerrimo detective Richie Roberts (Crowe), appena divorziato e conosciuto (o meglio ancora deriso) da tutti i colleghi per aver restituito un milione di dollari ai propri capi. Negli anni Lucas, senza guardare in faccia nessuno e creandosi innumerevoli nemici arriverà a guadagnare anche 1 milione di dollari al giorno…

Il materiale a disposizione di Ridley Scott  (un ritorno sui suoi elevati standard dopo anni di crisi ) era tanto. Una storia forte e avvincente, realmente accaduta, che buca un periodo storico denso di avvenimenti e rivoluzioni storico-social-politici.

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Due grandissimi attori non a caso premi Oscar come Russel Crowe e Denzel Washington a cui affidare il film metà ciascuno (giusto per stare tranquilli) e il classico intrigo di potere, soldi e droga che riesce sempre a dare ottimi risultati sul grande schermo.

American Gangster è imperniato attorno ad una multipla contrapposizione: il buono e il cattivo, il bianco e il nero, il cattolico praticante e l’ebreo, il gangster capo-famiglia di una tribù e il solitario detective . Contrapposizione che vede il suo momento più rappresentativo nella simbolica (e un pò forzata) scena del pranzo nel giorno del ringraziamento: da una parte il gangster Lucas si trova felice a pregare e banchettare in una gigantesca tavolata con la sua numerosa famiglia, dall’altra invece il detective Roberts pranza nella sua casetta umile, da solo, preparandosi tristemente un sandwich improvvisandone gli ingredienti.

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Il film è grandissimo, intenso, senza nessun calo di tensione emotiva, non avverte cedimenti strutturali nella parte finale e soprattutto la lunga durata viene ben presto assorbita e dimenticata. Il punto di forza è proprio questo: alla distanza, dove la maggior parte dei film si inceppa, questo American Gangster invece acquista ancora più forza e convinzione, regalando un quarto d’ora (quello che porta all’arresto di Lucas) veramente da brividi, da assoluta antologia del cinema per ritmo, tensione e qualità delle inquadrature .

Scott sceglie il racconto alternato servendosi di un doppio montaggio (dell’italiano Pietro Scalia) e di una doppia fotografia (per quanto inflazionata in questi anni, Harris Savides disegna benissimo una livida e sofferente New York).

Le prove di Crowe e Washington? E’ inevitabile metterli su una bilancia per vedere chi pesa di più alla fine del film: se proprio di sfida vogliamo parlare, per quanto equilibrata il vincitore risulta essere Washington. Per l’ennesima volta stupefacente, spietato e sempre pronto a rispondere alle minacce e alle provocazioni con un sarcastico ghigno accompagnato dalla frase “sei un amico” .

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Washington restituisce un Frank Lucas mai eccessivo, credibile sia come glaciale assassino che come premuroso figlio che porta ogni domenica la mamma a messa. Buona anche la colonna sonora, sia originale che non originale, quest’ultima composta dai brani più famosi di quegli anni, anni bui e difficili, che questo film ci aiuta a conoscere. Servendosi per l’ennesima volta nella storia del cinema della grande mela, (New York e dintorni) qui usata come specchio di quell’epoca, corrosa e corrotta, marcia e malata, uscita con le ossa rotta da una illusoria rivoluzione.

di Pasquale Romano – *’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato, attori e registi che hanno fatto la storia del cinema. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte.

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