Diciva me nonnu: "Palumba muta..."

Sono tanti coloro i quali credono di "raccontare"

Sono tanti coloro i quali credono di “raccontare” la Calabria. Per farlo, però, non bastano i fatti di cronaca, né la sua millenaria storia, né le sue indicibili bellezze, né gli infiniti talenti che vi risiedono. Per raccontare la Calabria è necessario conoscerla a fondo, toccarla con mano e sentire con essa una connessione vibrante, come un filo invisibile impossibile da spezzare.

Si perché la Calabria non è i suoi luoghi, non è ciò che “gli altri” credono di sapere, ma molto di più. La Calabria è fatta da tutte persone che la vivono, non da chi la deride, non da chi la vorrebbe veder morta, ne tanto meno di chi se ne ricorda solamente ogni tanto. La Calabria è una terra più viva che mai, nonostante l’avvicendarsi dei più disparati popoli, nonostante le battaglie che ha visto svolgersi sul suo territorio, la Calabria è di chi la ama, di chi la rispetta e di chi si rimbocca le maniche per farla rifiorire.

Per conoscere a fondo la nostra regione è dunque necessario conoscere i suoi abitanti, i loro usi ed i lori costumi. Per conoscere approfonditamente un calabrese è necessario entrare nella sua testa e cercare di capire il modo in cui pensa. Farlo è molto più semplice di quanto sembra, basta capire il suo linguaggio e ovviamente i proverbi che vengono tramandati da generazione in generazione.

In Calabria le tradizioni, le abitudini, i valori hanno una profonda importanza, per questo motivo anche i più giovani spesso sono portatori della saggezza di un’intera terra. Per millenni il popolo calabrese è riuscito a conservare testimonianze ed esperienze del passato attraverso i suoi “detti“.

Consapevoli dell’importanza degli insegnamenti ricevuti, delle consuetudini e della saggezza popolare calabrese, CityNow vuole rispolverare le parole calabresi che si sono tramandate nel tempo. Per questo motivo ogni settimana vi proporremo un proverbio calabrese.

Questa domenica è la volta del detto:

“Palumba muta non poti essiri sirbuta” letteralmente “Colomba muta non può essere servita”

L’antico proverbio, che ancora oggi viene spesso utilizzato, riguarda proprio il “parlare” del calabrese che, molte volte, è talmente pigro da non esprimere a parole ciò che desidera. Non sempre però chi sta intorno è in grado di comprendere i nostri desideri se noi stessi non gli diamo voce, da qui la metafora della “colomba muta”.