Dagli Stati Uniti a Reggio Calabria, il dott. Correale ‘cintura nera’ di ricerca

di Vincenzo Comi - Un uomo del Sud. Così si defin

di Vincenzo Comi – Un uomo del Sud. Così si definisce Pierpaolo Correale, da qualche mese assiduo frequentatore della sala pesi e cardio del Parco Caserta Sport Village.

Cinque anni negli Stati Uniti d’America e oltre quindici a Siena, il dott. Correale, oggi primario di oncologia agli Ospedali Riuniti “BianchiMelacrinoMorelli” di Reggio Calabria, non dimentica le sue origini né perde la sua preziosa anima verace, accento compreso.

Pierpaolo Correale è il protagonista del secondo appuntamento di #StoriedelParco , lo spazio riservato ai protagonisti del Parco Caserta Sport Village che intende raccontare le storie della gente comune. Storie di coraggio e determinazione, storie di vita in cui anche lo sport è protagonista.

Ho sempre amato, sin da ragazzo, la chimica, la biologia, la medicina e tutto ciò che riguardava i meccanismi di sviluppo dell’essere umano ed i suoi misteri. Più volte ho rischiato di far saltare casa con il gioco del piccolo chimico (ride, ndr) – spiega il dott. CorrealeGià all’età di 14 anni, sapevo cosa volevo fare e quali erano i miei obiettivi”.

Stimolato dalla figura dello zio (dottore psichiatra) Pierpaolo Correale cerca di acquisire ogni informazione sul complesso e vasto mondo della medicina.

Più domande facevo a mio zio, maggiori erano i dubbi e le perplessità che mi si ponevano davanti. Decisi così di iscrivermi a medicina con il presupposto di fare ricerca”.

La fortuna di incontrare illustri professori, associata alla determinazione e all’impegno consente al giovane laureato di intraprendere un percorso mirato alla ricerca, allo studio delle cellule tumorali ed ai meccanismi di comportamento dei tessuti.

Uno dei miei professori era stato tanti anni negli Stati Uniti. Spesso ci confrontavamo sui diversi sistemi sanitari attraverso storie umane e cliniche. È grazie al prof. Bianco e al suo approccio di insegnamento anglosassone se ho avuto una formazione “traslazionale” (dal laboratorio alla clinica e viceversa) che mi ha permesso di lavorare sia in clinica che in laboratorio formando in passato una vera e propria rete di ricerca ed un gruppo di lavoro sperimentale. Dal 1993 al 1998 ho lavorato negli Stati Uniti al National Cancer Institute di Bethesda MD USA e iniziai ad occuparmi di immunoterapia e vaccini antitumorali. In particolare ho partecipato alla realizzazione di un vaccino contro il carcinoma prostatico e carcinoma del colon, che più avanti sono entrati in sperimentazione clinica. Quando sono arrivato a Siena ho raccolto la sfida di mettere su la tecnologia per quattro vaccini in laboratorio. Anche qui a Reggio sto lavorando per il loro sviluppo”.

Il dott. Correale diventa così un vero e proprio professionista della ricerca, una persona che stabilisce gli obiettivi, che è in grado di verificarli, di accettare e capire il perché un esperimento sia andato male o bene. Dopo gli Stati Uniti e Siena, il dott. Correale torna al sud, a Reggio Calabria.

La permanenza in Toscana mi è pesata tanto. Ho bisogno del mare o della montagna. A Siena non c’è nell’uno nell’altro. Sembra una sciocchezza ma stare vicino al mare influenza anche il proprio atteggiamento nei confronti della vita nonché il modo di lavorare. Ho conosciuto più gente in sei mesi a Reggio che in 18 anni a Siena. Reggio Calabria è una città che apprezzo molto nonostante tutte le sue difficoltà. Qui ho conosciuto tanti professionisti ma purtroppo spesso manca il rispetto delle regole”.

Anche lo sport, nella storia di Pierpaolo Correale, ha rappresentato una tappa fondamentale nel suo percorso professionale ed umano.

Lo sport? Esistono studi molto chiari ormai che dimostrano che 30 minuti di attività aerobica al giorno riducono tumori al pancreas, al polmone e malattie cardiovascolari. E’ ormai chiaro che fare sport cambia drasticamente la percentuale di tumori o infarti. Un’attività sportiva costante cambia tutto. Corsa, pattinaggio, nuoto, tapis roulant migliorano radicalmente la vita”.

D’altronde quando si ha un padre che alla ‘tenera’ età di 85 anni gioca ancora a tennis, si comprende realmente quanto lo sport possa fare bene al proprio copro e al proprio spirito.

Con due genitori super sportivi, ho vissuto lo sport come un qualcosa che si ‘doveva’ fare. Da ragazzino, mi sono innamorato delle arti marziali. Per me il karate è come la medicina, una vera passione, concentrazione e disciplina, tanto da diventare cintura nera. Il Parco Caserta Sport Village? L’ho sempre visto da lontano. Il reparto che dirigo affaccia sul Parco e l’ho sempre guardato con curiosità ed osservato con interesse. Dovevo riprendere l’attività fisica e ho deciso di fare un salto al Parco. Sono rimasto stupito dalla grande professionalità e dall’entusiasmo che mi trasmettevano le persone che ci lavorano e anche, non lo nascondo, dall’ottimo rapporto qualità-prezzo”.

Pierpaolo Correale, primario di oncologia e amante dello sport, vede dunque il suo futuro qui al sud, a Reggio Calabria circondato dall’affetto della gente e dal suo amato mare.