Da Castiglia a Franchi: Maurizi vara la Reggina 2.0. Senza margine d'errore gestionale

Più che riparazione, la Reggina ha vissuto un mer

Più che riparazione, la Reggina ha vissuto un mercato di indubbia rivoluzione. Diciannove i movimenti operati dal club di Via Petrara (dieci in entrata, nove in uscita), numericamente quasi paragonabile a quello di un intero organico. Frutto delle scelte di chi, oggi, gestisce – in una oltremodo ammirabile simbiosi – area tecnica amaranto.

La sensazione, comunque, è che il livello tecnico della Reggina 2.0 sia, anche se di poco, inferiore rispetto a quello del collettivo assemblato in estate. Non vogliamo, tuttavia, peccare di disfattismo o attirarci le ire di chi è appena arrivato in riva allo Stretto ed, anzi, ci auguriamo che i volti nuovi possano da subito smentirci sul campo. Anche numericamente però, il mancato arrivo di un ulteriore tassello nel reparto difensivo alla lunga rischia di divenire peccato mortale. Soprattutto vista la volontà di giocatori come De Vito – commoventi le sue parole su Facebook – e Finizio, che avrebbero ben volentieri, usando un eufemismo, sposato la causa.

Il mercato, comunque, si è chiuso nella tarda serata di ieri e rimurginare ulteriormente avrebbe pochissima utilità. Serve, invece, mettere testa e gambe sul campo e lavorare per raggiungere nel minor tempo possibile la giusta quadratura del cerchio. Quanto visto a Matera è certamente incoraggiante, con una squadra compatta e capace, nonostante la non ottimale condizione di alcuni elementi, di lottare su ogni pallone, fino al 90esimo.

Con un nuovo capitano, un nuovo modulo e metà squadra completamente nuova la certezza, comunque, è che Maurizi non potrà assolutamente sbagliare. Soprattutto nella gestione del gruppo. Il ricrearsi di determinate dinamiche potrebbe far malissimo alla Reggina. A maggior ragione dal momento che non ci saranno possibilità di redenzione. O meglio, di rivoluzione.

m.o.