Il culto di Apollo nella città di Reggio Calabria: mito o storia?

Al tempo, la città, era conosciuta ancora come Reghion e fra gli abitanti era consuetudine dedicare una festa annuale ad Apollo

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.

Questa settimana vi raccontiamo la storia del culto di Apollo nella città di Reggio Calabria.

La storia

Al tempo, la città, era conosciuta ancora come Reghion e fra gli abitanti era consuetudine dedicare una festa annuale ad Apollo. A questa occasione partecipavano anche gli abitanti della dirimpettaia città di Messina.

Ogni anno infatti, una nave portava da Messina a Reggio un coro di trentacinque giovani, guidati da un maestro e da un flautista. Il coro partecipava in pace alla festa dei reggini, fino a quando non accadde che la nave con a bordo il coro si inabissò nello Stretto per il mare in tempesta e i suoi passeggeri andarono incontro alla morte.

Secondo alcune fonti il culto di Apollo a Reggio risalirebbe al tempo in cui un gruppo numeroso di calcidesi fondò la città su indicazione dell’oracolo di Delfi.

L’oracolo avrebbe ordinato loro di recarsi in Ausonia, sbarcare alla foce dell’Apsia, il più sacro dei fiumi, e in quel luogo fondare una città da consacrare ad Apollo per liberare Calcide dalla carestia che la colpì. Ai calcidesi si sarebbero aggiunti anche dei messeni, profughi dal Peloponneso per aver difeso un gruppo di spartani che avevano profanato delle vergini. Emerge in questa versione il ruolo di Apollo Archegete.

Se non fosse per il tragico evento dell’incidente in mare si sarebbero avute ben poche notizie su questa festa solenne, che avvolge la nostra città in un manto di mistero. Secondo Friedrich Wilhelm Schneidewin, la festa si svolgeva probabilmente in onore di Apollo e Artemide, durava circa due mesi ed era fondata sulla centralità del culto di Apollo nella vita della polis reggina.