Crisi Reggina - L’avvocato Zagami a CityNow parla dei Praticò, di Commisso e di un suo eventuale impegno

di Michele Favano - Reggina e Viola sono le maggio

di Michele Favano – Reggina e Viola sono le maggiori realtà sportive che in queste ultime settimane hanno ulteriormente attirato le attenzioni degli appassionati di calcio e basket, per le note vicende che stanno contraddistinguendo il loro percorso.

Viola consegnata al sindaco Giuseppe Falcomatà, Reggina per conto della P&P pronta ad essere ceduta con le recentissime dimissioni del presidente Mimmo Praticò. Sull’argomento abbiamo sentito l’Avvocato Paolo Zagami, grande tifoso amaranto, che insieme a noi fa il punto della situazione riguardo la squadra amaranto ed al mondo del calcio in generale, dal punto di vista economico ed imprenditoriale nella sua qualità Presidente per la Calabria della American Chamber of Commerce.

Avvocato cosa ne pensa della attuale situazione societaria della Reggina a seguito delle dimissioni del Presidente Praticò?

Da reggino, da tifoso e da amico di molti di loro mi dispiace che tanti dirigenti e soci della società stiano incontrando così tante difficoltà nel fare quadrare i conti e nel realizzare il salto di qualità.

E’ il quarto campionato affrontato dalla nuova dirigenza e questo anno sembrava che finalmente si sarebbe fatta una stagione di livello, anche grazie alla acquisizione delle prestazioni di professionisti di qualità come Massimo Taibi e Giusva Branca.

Da professionista che opera nel mondo delle imprese invece dico che la precaria situazione economica e finanziaria della società non mi sorprende affatto, anzi. Oggi “fare calcio” costa molto in termini di denaro e non è un caso che molte società in tutte le categorie professionistiche in Italia negli ultimi anni siano fallite, non si sono iscritte e/o comunque hanno avuto problemi economici sfociati in penalizzazioni, fideiussioni contestate, mancati pagamenti di stipendi e debiti a vario titolo nei confronti di istituti bancari e fornitori.

Per limitarci all’ambito locale perché secondo lei si è arrivati a tutto questo?

E’ evidente che – dopo un iniziale entusiasmo nel luglio del 2015 – purtroppo per vari motivi si è creata una certa scollatura tra proprietà e tifoseria. E questo mi rammarica molto perché i Praticò sono persone per bene che hanno destinato molte risorse personali e familiari al servizio della Reggina e quindi della città e dunque tutti noi tifosi dovremmo comunque ringraziarli cosi come dovremmo ringraziare anche tutti gli altri soci che negli ultimi quattro anni hanno investito le loro finanze a fondo perduto.

Poi più di recente credo che la vicenda stadio abbia influito negativamente sulla fiducia di un ambiente già scoraggiato, ciò a prescindere dalle responsabilità in merito alla mancata utilizzazione del Granillo. C’è anche da dire che in generale la nostra Reggina ha sempre rappresentato una realtà importantissima per la simbiosi tra la città e la sua squadra di calcio tanto che spesso nella storia i risultati sportivi dei colori amaranto sono coincisi con l’andamento generale della città.

Il Presidente Praticò ha manifestato l’intenzione di vendere le sue partecipazioni. Quanto ritiene possa valere oggi la Reggina?

Non è facile quantificare sia perché in generale come in ogni business il prezzo lo fa l’incontro tra la domanda e l’offerta sia perché una società di Lega Pro oggi ha un valore indefinito che può oscillare da zero a 3 milioni di euro, a seconda di vari fattori tra cui la eventuale esistenza di crediti non ancora riscossi e/o di debiti non ancora pagati.

Il problema di fondo è che un potenziale investitore accorto guarderebbe non solo il prezzo di compravendita, ma anche il denaro necessario per fare rendere il suo investimento. In altri termini, chi investe per motivi speculativi lo farebbe per andare in Serie B dove – a differenza che in Lega Pro – si avrebbe qualche concreto ritorno economico in termini di sponsor, diritti televisivi e contributi. Ma per andare in Serie B bisogna vincere il Campionato di Lega Pro. E per vincere il Campionato di Lega Pro ci vogliono almeno altri 5-6 milioni di euro. Poi nemmeno è automatico il salto di categoria, come stiamo a vedendo a Catanzaro dove anche il mio amico Floriano Noto sta incontrando difficoltà.

Chi potrebbe essere interessato alla Reggina?

Naturalmente auspico che la società continui ad essere guidata da reggini, ma mi concentrerei su investitori non locali, piuttosto stranieri. Non è un caso che moltissime società dalla Serie A alla Lega Pro siano ormai nelle mani di proprietà non italiane. Come dicevo “fare calcio” da grande visibilità ed emozioni ma è molto molto dispendioso. Per chi fa le cose per bene ed in modo onesto è un “bagno di sangue”: bisogna pagare i calciatori, i dipendenti, le strutture, i fornitori, le tasse e molto altro ancora. Tutto questo in un momento di congiuntura economica generale certamente non favorevole in Italia e per le aziende italiane.

Perché un potenziale investitore dovrebbe portare i suoi soldi in una città che obiettivamente non sta vivendo uno dei suoi migliori periodi?

Si, è vero che Reggio oggi è agli ultimi posti della qualità della vita secondo tutte le classifiche indipendenti. Ma è altrettanto vero che l’investimento va visto in senso più lato ed al riguardo noi reggini dobbiamo ricordare (in primis proprio a noi e poi agli altri) che stiamo pur sempre parlando della città più grande della Calabria e di una delle più importanti da Roma in giù, con una popolazione di ben 500 mila abitanti se si considera l’intera area metropolitana. C’è l’aeroporto e lo Stadio con i suoi circa 28 mila posti a sedere è il 18esimo più grande di tutta l’Italia per capienza. Inoltre la Reggina è conosciuta in tutto il mondo e specie in Nord America per i nove anni di Serie A durante i quali a Reggio hanno giocato grandissimi campioni.

In considerazioni dei suoi rapporti privilegiati con gli Stati Uniti, ci può dire se l’interesse di Commisso era vero e più in generale se sono state sviluppate in passato altre trattative per la vendita della società?

Posso dirle senza timore di essere smentito che in passato c’era stato più di un contatto diretto tra uno dei dirigenti della Reggina e Rocco Commisso, sollecitato sulla base delle sue origini calabresi. Come American Chamber avevamo sviluppato anche un business plan finalizzato allo sviluppo di una trattativa vera e propria, ma poi non se ne è fatto nulla ed ho constatato che Commisso era interessato all’acquisto del Milan.

Per il resto nel corso degli ultimi mesi ed anni come tutti gli altri, ho spesso letto di fantomatiche manifestazioni di interesse e di mandati ad acquistare sbandierati sui giornali che mi hanno sempre lasciato molto perplesso, perchè se qualcuno vuole veramente comprare – direttamente o per conto di terzi – una società di calcio professionistico, o comunque chiudere un affare di grande importo, lo fa in segreto e con il massimo della riservatezza senza doversi fare pubblicità.

Per chiudere: lei esclude un suo impegno diretto e/o indiretto nella gestione della Reggina?

Intanto credo che comunque vada bisogna sempre ringraziare molto la famiglia Praticò e tutti gli altri soci per quello che hanno fatto e stanno ancora facendo. Io in ogni caso sono stato, sono e sarò sempre un cuore “amaranto” mentre per altri discorsi poi in futuro vedremo…