Crime Stories: presentato durante la rassegna “L’uomo di casa” di Romano De Marco

di Eva Curatola – Si è svolto nel pomeriggio di

di Eva Curatola – Si è svolto nel pomeriggio di lunedì 27 Marzo il secondo appuntamento della rassegna “Crime Stories” il viaggio nel mondo del thriller organizzato dall’università e-Campus col patrocinio dell’USR Calabria.

Al centro della scena Romano De Marco e il suo ultimo capolavoro “L’uomo di casa”, un thriller ricco di novità che in poco più di due mesi dalla pubblicazione ha riscosso un grande successo sia da parte della stampa che dai lettori, giungendo in breve tempo alla prima ristampa.

L’incontro è stato introdotto da Maria Elena Cristofaro responsabile della sede universitaria e presentato dalla giornalista Cristina Marra che, come sempre, fa da padrona quando si tratta di libri gialli e noir.

De Marco, per la prima volta in visita a Reggio Calabria, si racconta ad un pubblico avido di informazioni, che per tutta la durata della presentazione pende dalla sue labbra, in costante attesa di qualche informazione in più su un libro così enigmatico.

L’uomo di casa”, un titolo che già ad uno sguardo affrettato attira l’attenzione del lettore; un gioco di parole messo lì volutamente (siamo infatti abituati a sentir dire “la donna di casa”) e che con lo scorrere delle pagine rivelerà il suo vero significato.

Anche la copertina lascia presagire un’ambientazione differente rispetto ai precedenti libri del nostro autore. Se le storie narrate nei romanzi pubblicati negli anni scorsi erano ambientate in Italia, questa volta De Marco decide di spostarsi, e non di poco, fino a sbarcare negli Stati Uniti, precisamente nei dintorni di Washington, la capitale americana, centro nevralgico di una realtà molto differente dalla nostra.

“Leggevo molti thriller, soprattutto dei grandi maestri americani, sono quindi legato alla loro impostazione del ‘thriller’, senza nulla togliere a quelli del Nord Europa.”

Qui la storia si dipana non solo in due diverse storie, vissute in contesti storici differenti (passato e presente), ma anche in due diverse cittadine della Virginia: la Richmond del 1979 e la Vienna del presente.

“I luoghi narrati sono luoghi che ho vissuto, non da turista, ma respirando il tipo di vita completamente diverso dal nostro.”

Protagonista di questo fantastico thriller sarà Sandra Morrison, una donna come tante, moglie, madre e donna in carriera che vive apparentemente una vita appagante e perfetta, fino a quando un episodio sconvolgente non demolisce completamente quella campana di cristallo in cui ha vissuto per così tanti anni.

Alan, suo marito, è stato ritrovato morto in uno squallido parcheggio. Era seduto nella sua auto, con la gola tagliata e i pantaloni calati. La polizia non ha dubbi: un banale caso di omicidio a scopo di rapina, probabilmente un incontro finito male con una prostituta.

Per Sandra, è come essere precipitata in un incubo: ora è rimasta sola nella bella casa di Bobbyber Drive, a occuparsi di Devon la figlia adolescente ferita e arrabbiata e a rimettere insieme i pezzi di un puzzle senza senso.

Chi era l’uomo con cui ha condiviso vent’anni? Un irreprensibile uomo di casa, marito e padre amorevole, stimato professionista? Oppure un ipocrita dalla doppia vita? E’ questo l’interrogativo che per tutta la lettura accompagnerà il lettore.

“Conosci davvero la persona che ti dorme accanto?”

La situazione peggiora quando Sandra scopre che, all’insaputa di tutti, Alan stava indagando da tempo su un caso di cronaca nera rimasto irrisolto trent’anni prima: il rapimento e l’uccisione di sei bambini a Richmond, Virginia, per mano di una donna che nessuno è mai riuscito a identificare. Ma perché Alan era tanto ossessionato dall’enigma della Lilith di Richmond? Cosa lo legava a quella vecchia storia di orrore e morte? E perché aveva tenuto segreto quel morboso interesse?

Nella sua angosciosa ricerca della verità, Sandra scoprirà che non solo suo marito, ma tutte le persone che la circondano hanno qualcosa da nascondere. E, soprattutto, che il filo di sangue che unisce l’omicidio del presente a quelli del passato non si è ancora spezzato. E la prossima vittima potrebbe essere proprio lei.

“Il libro comincia con un crimine che è già avvenuto, una cosa su cui ho puntato molto. Non raccontare i crimini, non mostrarli. Spesso nei thriller americani leggiamo dell’inseguimento del serial killer, gli autori si soffermano molto su queste scene truci, sulla violenza che si riversa sulle donne. Io non volevo raccontare queste storia. La violenza nel mio romanzo è tenuta al di fuori. I crimini sono già avvenuti. La storia inizia quando i fatti sono già avvenuti.”

Quello creato da Romano De Marco risulta, in ultima battuta, un thriller che affronta temi importanti, come il dolore per la perdita e allo stesso tempo la sofferenza dovuta alle menzogne, un rapporto madre-figlia che non sembra in alcun modo voler decollare dopo aver subito un profondo trauma e soprattutto l’estenuante ricerca di una verità che possa dare un senso a degli avvenimenti così sconvolgenti.

Una presentazione viva, quella tenutasi alla sede universitaria di e-Campus, mai pesante o tediosa, in cui non sono di certo mancati momenti leggeri e battute sulle caratteristiche distintive dei calabresi.

Quello trascorso all’Università e-Campus potrebbe essere definito quindi come un pomeriggio trascorso tra amici con una passione comune: l’amore per i libri, in questo caso i thriller in particolare.

Non bisogna però dimenticare che la rassegna Crime Stories non promuove solamente gli autori italiani e le loro opere, ma fornisce alle giovani promesse della scrittura (facenti parte delle quinte classi degli istituti superiori di secondo grado di Reggio Calabria) di partecipare ad un concorso letterario che vedrà i 3 migliori racconti pubblicati all’interno di un volume pubblicato da Laruffa Editore.