Cosenza - Arriva per la prima volta in Europa l'opera di Olivia Pendergast

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Con Kindness – L’evidenza invisibile – l’opera di Olivia Pendergast sbarca per la prima volta in Europa: una collezione di undici ritratti realizzati in esclusiva per DiffèrArt dall’artista americana che da tempo ha scelto di vivere e lavorare in Kenya. A partire da un’esplorazione dei sobborghi più poveri e sovraffollati di Nairobi, i ritratti di Olivia Pendergast raccontano gli slums con uno sguardo non divisivo e non dualistico. Kindness non rappresenta soltanto la gentilezza, è il sentimento che i parenti provano l’uno per l’altro, allude ai legami invisibili che saldano le generazioni e costituiscono una comunità. Protagonista è l’intuizione di una familiarità fondata sul principio materno, una comprensione reciproca che passa attraverso l’evidenza di una forza generativa.

“Mi sveglio ogni mattina con le bizzarre urla dell’Hadada Ibis. Dopo aver portato mia figlia a scuola, comincio a dipingere… Avvolti nel labirinto della loro vita attraverso vicoli di fango e baracche, corridoi di lamiera, vedo i volti che si affacciano dalle tende di pizzo e da sotto le sottane. Le donne che hanno accettato di essere fotografate, non parlano inglese o almeno molto poco e questo rende l’incontro ancora più dolce. Non si parla di problemi, di come è il tempo, di quanti anni hanno i bambini. È un incontro più onesto. E so, che per quanto dura sia stata la vita per me, non posso arrivare al loro livello di determinazione e non posso fingere di capire neanche un momento della loro vita. Ma ho vissuto l’inimmaginabile dolore e gioia del parto naturale. Ho provato l’amore per un bambino per il quale morirei. Ho sentito il cuore spezzarsi d’amore e di dolore, dolore indescrivibile. E ho sperimentato la privazione della dignità umana dello stupro, e quel sentimento di auto-colpevolizzazione che ti porti addosso. Guardo i loro occhi. Vedo una donna e una sorella. Dove la competizione era solita mentire, ora c’è l’empatia.”

L’arte del ritratto, come quella di narrare, offre «la possibilità di accostarci alla vita di chi è diverso da noi con un interesse più profondo di quello di un semplice turista, con comprensione e partecipazione, e arrivando a percepire il grave errore che la nostra società commette rifiutando di considerare le persone nella loro realtà, senza deformazioni» (Martha Nussbaum).

Il percorso espositivo sarà aperto al pubblico dal 16 giugno al 21 luglio. Prima della chiusura della mostra, verrà presentato il catalogo a cura di Daniele Garritano.

 

OLIVIA MAE PENDERGAST

Olivia Pendergast frequenta per cinque anni il Columbus College of Art and Design, dove studia prevalentemente illustrazione senza però mettere da parte la sua vera passione per l’arte pittorica. Dopo aver lavorato per un po’ di tempo nell’industria cinematografica di Los Angeles come designer concettuale, la spinta a tornare a dipingere diventa troppo forte per resistere. Taglia le sue carte di credito e si trasferisce in una capanna nelle montagne dello Utah, dove dipinge a tempo pieno. Nel 2008 viaggia per la prima volta in Africa e inizia a vivere in Malawi, ritraendo persone straordinarie. Si sposta anche ad Haiti e in Bangladesh, prima di lasciare definitivamente gli Stati Uniti nel 2016 per trasferirsi in Kenya. Attualmente vive con suo marito e sua figlia a Nairobi, dove è artista e madre a tempo pieno. Dal 1999 le sue opere sono esposte tra Stati Uniti, Dubai, Malawi, Etiopia e Kenya.

 

DANIELE GARRITANO

Dopo aver conseguito un dottorato in estetica e letterature comparate alle Università di Siena e Paris 8, attualmente svolge attività di ricerca presso il dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria. Fra le sue pubblicazioni recenti, Il senso del segreto (2016) e l’edizione italiana di Letture della differenza sessuale di Cixous e Derrida (2016). È co-fondatore di Zetaesse *digestioni critiche, rivista digitale di cultura e arti applicate.

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