Il CIS promuove l’opera di Mario La Cava nel panorama letterario e culturale del Novecento

  Lunedì 10 dicembre 2018, alle ore 16:45

 

Lunedì 10 dicembre 2018, alle ore 16:45, presso la Biblioteca comunale “P. De Nava”, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria ricorda lo scrittore Mario La Cava (1908-2018) nel centenario della nascita e nel trentennale della morte (1988).

“L’opera di Mario La Cava nel panorama letterario e culturale del Novecento” è il tema della conferenza e a parlarne è Paola Radici Colace, Professore Ordinario di Filologia Classica, Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina – Presidente Onorario, Direttore Scientifico Cis.

All’incontro coordinato da Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, sarà presente Rocco La Cava, figlio dello scrittore. Mario La Cava, (Bovalino,11 settembre 1908 – 16 novembre 1988), sempre fedele alla sua terra d’origine dove ha sempre preferito svolgere la sua attività di scrittore, è stato uomo e intellettuale libero sempre impegnato a difendere i diritti civili e la libertà di pensiero, stimato dalla gente comune e apprezzato dalla critica contemporanea.

La Cava è stato un intellettuale libero che non si è mai piegato alle mode culturali. Esordisce con il suo libretto più famoso, “Caratteri” nel 1939 (ristampato con nuovi scritti nel 1953 e nel 1980). Seguono altre pubblicazioni: “I misteri della Calabria” (1952), “Colloqui con Antonuzza” (1954), “Le memorie del vecchio maresciallo” (1958), “Mimì Cafiero” (1959), “Vita di Stefano” (1962), “Viaggio in Israele” (1967, ristampato nel 1985), “Una storia d’amore” (1973), “I fatti di Casignana” (1974), “La ragazza del vicolo scuro” (1977), “Terra dura” (1980), “Viaggio in Lucania” (1980), “Viaggio in Egitto e altre storie di emigranti” (1986), “Tre racconti” (1987), “Una stagione a Siena” (1988), “Opere teatrali” (1988), “Ritorno di Perri” (1993), “Mario La Cava, Personaggio ed Autore” (1995).

Racconti rappresentano l’album del suo paese natale depositario di segni archetipici e sono pervasi dal sentimento tragico della vita dando voce agli umili della Terra. Nella Storia della Letteratura Calabrese, Antonio Piromalli scrive che “La Cava è stato oggetto di stima per la sua “probità” e la “coerenza” ed effettivamente nella letteratura nazionale La Cava sovrasta per la qualità della mente e dello stile… nell’attività di Mario La Cava c’è un oltrepassamento del naturalismo regionale i cui motivi di vita (individuale e storica) crudelmente sofferta rappresentano una spinta verso un mare più aperto”.