Il CIS Calabria celebra il rapporto tra Pirandello e il cinema

Nella Sala Conferenze del Museo Archeologico Nazio

Nella Sala Conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, lo stesso Museo e il Centro Internazionale Scrittori hanno organizzato la conferenza “Pirandello e il cinema “. Ha introdotto Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria. Con il supporto di video proiezione ha relazionato Paola Radici Colace, prof. Ordinario di Filologia classica, Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, presidente onorario e direttore scientifico del Cis. Sin dall’inizio della sua attività critica Pirandello ha colto, rappresentato e teorizzato la sua singolare coscienza sulla questione della “rappresentazione” (che i suoi testi teatrali, in varie forme, evocano esplicitamente). Il rapporto di Pirandello con il cinema è stato conflittuale e a volte complicato. L’attenzione che Pirandello ha prestato al cinema – arte dei fenomeni e delle apparenze – appartiene a questa orbita di interessi.

Il rapporto complesso di Pirandello col cinema coglie infatti le nuove possibilità estetiche di questa forma d’arte moderna. Pirandello intuisce nel cinema, rigorosamente muto, possibilità inedite di tradurre, forse più efficacemente che attraverso altre forme espressive, il proprio modello teorico: – il dinamismo del pensiero, – la moltiplicazione dei punti di vista, – il relativismo della realtà manifesta, – la problematicità del rapporto tra soggetto e oggetto – essere e apparire. Pirandello non ha formulato organicamente un’estetica cinematografica, ma aspetti del suo pensiero sul cinema si trovano in  fonti diverse – il romanzo Quaderni di Serafino Gubbio operatore, – “lettere” a Capuana, Angiolo Orvieto, Martoglio, Marta Abba, intervista Contro il film parlato, a cura di Oreste Rizzini, “Corriere della sera” 19 aprile ’29, l’articolo Se il film parlante abolirà il teatro, “Corriere della Sera” 16 giugno del ’29, già in “New York Herald Tribune” e poi sul “Times”, -l’articolo Il dramma e il cinematografo, “La Naciòn” di Buenos Aires il 7 luglio ’29, –Intervista con Pirandello, firmata Testor, “La stampa” di Torino 9 dicembre ’32, Il discorso al convegno Volta del ’34  – Il rapporto del cinema con Pirandello intervista in “Les Nouvelles Litteraires,” Parigi (1-15 novembre 1924). Pirandello, tra gli ultimi narratori del fantastico, è forse tra i primi autori del XIX secolo a scrivere seriamente e con chiaroveggenza sull’appena nascente industria cinematografica. Nella filmografia pirandelliana forse manca il capolavoro. Già lo scrittore non era rimasto contento né de “La canzone dell’amore”, film del ‘30 di Gennaro Righelli, primo film parlato italiano, né di “As you desire me” del ’32, diretto da George Fitzmaurice con Greta Garbo, sceneggiatura di Gene Markey.

Dopo avere elencato le numerose opere di Pirandello a cui registi italiani e stranieri si sono ispirati per realizzare i loro film, la relatrice prof. Paola Radici Colace ha concluso l’interessante relazione asserendo che, forse per un ennesimo gioco pirandelliano del caso, Pirandello, che amava poco il cinema, morì in una fredda mattina di dicembre del 1936, dopo aver seguito le ultime riprese, presso gli stabilimenti romani di Cinecittà, di un nuovo adattamento di Il fu Mattia Pascal (1937) questa volta di Pierre Chenal, e per il quale il commediografo aveva scritto i dialoghi.

Foto - Rosita Borruto - Paola Radici Colace - Museo di Reggio Calabria