"L'Agorà" presenta nuovi documenti sui prigionieri austro-ungarici in Calabria

"Il centenario della grande guerra" è il contenit

“Il centenario della grande guerra” è il contenitore  di una serie di appuntamenti realizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria che riguardano vari temi inerenti a tale periodo storico ed il programma quadriennale (2014-2018) di tale progetto culturale,  per la valenza ed il significato,  per la valenza ed il significato di tale programma ha premiato il sodalizio culturale reggino con attestati di riconiscimento quali l’Alto Patronato delle Ambasciate di Austria, di Ungheria, della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca.

La recente proposta culturale è stata indirizzata al tema inerente „I prigionieri austro-ungarici in Calabria”, argomento trattato da Gianni Aiello che ha analizzato nel corso del suo intervento nuovi ed interessanti documenti, frutto di pazienti ricerche archivistiche, che ebbero inizio nel 2008 con il ritrovamento dei primi atti dopo attente e pazienti ricerche archivistiche.

Il terreno di tale analisi – come evidenziato da Gianni Aiello – è alquanto interessante, in quanto i documenti che vengono ritrovati rivestono una duplice importanza sia per quanto riguarda il tema dei prigionieri di guerra austro-ungarici durante la prima guerra mondiale (1914-1918) sul territorio italiano sia per quanto concerne le nuove “geografie” dei luoghi di detenzione della Penisola.

I motivi che indussero il governo italiano del periodo a cercare nuove collocazioni atte alla sistemazione dei campi di detenzione lontane dal fronte erano sia di natura numerica dei prigionieri ma anche di natura logistica, dovute sia per le incertezze del periodo bellico, ma anche per il sovrappopolamento delle strutture che ospitavano i prigionieri e, quindi, la necessità di ubicare altrove altre strutture anche per motivi di ordine pubblico Gianni Aiello nel corso del suo intervento ha descritto la presenza dei soldati austro-ungarici detenuti sul territorio calabrese ed il loro utilizzo per lavori di opere civili, come la manutenzione ordinaria delle strade, e quant’altro veniva stabilito dalle disposizioni ministeriali vigenti del tempo.

In Calabria i prigionieri erano collocati in diverse aree del catanzarese, crotonese, nella zona del cosentino, come testimoniato dall’archeologo Paolo Orsi nei lavori agricoli, mentre a Reggio Calabria i soldati dell’esercito austro-ungarico erano alloggiati nelle strutture in legno ubicate nell’area del castello aragonese e venivano impiegati, come da disposizioni del periodo, per lavori di opere civili, come la manutenzione ordinaria delle strade, come ad esempio la messa in opera dei muraglioni lungo la Via Possidonea.

Gianni Aiello