Il cammino verso Polsi di Rocco Romeo: "La Calabria è una terra da vivere"

di Eva Curatola - "Il sentiero di riggitani (monta

di Eva Curatola“Il sentiero di riggitani (montalto – polsi) è un percorso d’importanza storica (anche parte del sentiero Italia), che il Parco dovrebbe rendere fruibile per permettere ai pellegrini di percorrerlo. La tua è un’impresa vera ma sarebbe ancora più bello se altri facessero lo stesso”.

Sono queste le parole del Prof. Alfonso Picone storico esperto dell’Aspromonte che all’indomani del ‘viaggio’ di Rocco Romeo a Polsi si congratula con lui per l’impresa.

Avevamo già incontrato Rocco qualche giorno fa ed era stato proprio lui a parlarci di questa bellissima idea, quella di attraversare a piedi le nostre montagne per arrivare alla Madonna della Montagna che, ogni anno, coinvolge centinaia di pellegrini da tutta la regione.

C’è chi a Polsi arriva “comodamente” in macchina, anche se la strada asfaltata non è di certo semplice da percorrere e chi invece, come il nostro intervistato, la terra preferisce sentirla e viverla. “L’unico modo per poter dire di aver vissuto a fondo la montagna è quello di averci trascorso almeno una notte in tenda” confessa ai nostri microfoni Rocco Romeo, affezionato lettore e grande appassionato di Reggio e della Calabria in generale che, attraverso la sua storia, cerca di avvicinare quanto più possibile il ‘popolo’ ad un’attività non più molto in voga.

Sono migliaia le persone che in Italia praticano trekking o che semplicemente amano la montagna. Ma quante di queste, venendo al Sud sono a conoscenza delle bellezze del Parco Aspromonte? Non abbastanza ne siamo certi.

Questo per Rocco è stato il 13esimo anno consecutivo di discesa verso la Madonna della Montagna e per questo anniversario il nostro amante della natura ha deciso di partire dal Comune di Bagaladi insieme a due compagni di avventure, Geanina Cozma e Salvatore Castiglione. Da qui hanno percorso a piedi sentieri totalmente immersi nella natura, percorribili solamente a piedi proprio con lo scopo di evitare la strada asfaltata. “Non passando per i boschi il percorso sarebbe raddoppiato se non triplicato ed avremmo perso la vista di panorami che non è possibile spiegare a parole”.

É possibile quasi percepire lo stupore e la meraviglia di Rocco attraverso le appassionanti parole della sua intervista. “A Montalto esiste un punto in cui è possibile vedere Ionio e Tirreno che s’incontrano. Uno spettacolo che la maggior parte delle persone ha avuto la possibilità di vedere solamente attraverso il web”.

Rocco ci spiega inoltre che il percorso, fatto ovviamente da boschi e alture, è caratterizzato da una ripidità notevole che ha contribuito, non poco, alla stanchezza dei nostri avventurieri. “Per quanto riguarda il tempo siamo stati molto fortunati, abbiamo incontrato tre giorni di sole assoluto, che ci hanno permesso di godere a pieno di questo viaggio e delle sorprese che esso può riservare”.

Sorprese che a volte però sono accompagnate dall‘inciviltà dell’uomo che non è in grado di rispettare ciò che di buono e bello è stato messo a sua disposizione. “Lungo il percorso, sempre più spesso, ho incontrato buste della spazzatura lasciate li a marcire. E l’unica cosa che mi frullava nella testa era un forte e sonoro ‘Perché?!’. Perché l’uomo si ostina ad inquinare, perché tanti non capiscono quanto l’incuria di uno possa essere devastante per la flora, per la fauna, per tutto ciò che di bello esiste in Calabria”. 

Non di certo un fatto nuovo, quello di chi non è in grado di rispettare l’ambiente, ma che fa riflettere ancor di più se raccontato da chi la natura la vive a pieno.

A compiere questa grande impresa non sono stati solamente tre reggini, perché il secondo giorno, dopo il pernottamento, si sono aggiunti altri compagni di viaggio: Antonina Lorenzo e Domenico Musolino. Un pernottamento da amanti della natura in piena regola. Come è possibile vedere dalle foto inviateci da Rocco, gli avventurieri si sono accampati in tenda ed hanno cucinato alla vecchia maniera per riprendersi dalle fatiche della prima parte del viaggio.

“La stanchezza si è fatta di certo sentire, tenendo conto non solo del lungo percorso, della ripidità della montagna, ma anche dello zaino da portare in spalla che pesava più di 13 kg – afferma RoccoNon nascondo che ad un certo punto abbiamo dovuto chiedere aiuto per portare a termine una parte del nostro viaggio, così ci siamo liberati di quello che non ritenevamo strettamente necessario”. 

Il raggiungimento della meta prefissata è stato sicuramente un momento senza eguali per i nostri escursionisti, che nonostante la stanchezza del viaggio sono riusciti a partecipare alla veglia di giorno 1, per poi ripartire la mattina presto per far ritorno alla routine.

Impossibile dunque non ringraziare chi, anche in piccola parte, ha reso possibile questa avventura: “Vorrei ringraziare Giuseppe Battaglia, Tony Russo e Natale D’Aguì della cooperativa Naturaliter di Bova, per i vari aiuti e accompagnamenti alle pre escursioni che ho svolto con loro nei litorali ionici. I ringraziamenti sono estesi a tutti i ragazzi della cooperativa Naturaliter, con loro mi sento a casa. Ultimo, ma non meno importante, vorrei ringraziare anche Francesco Saverio Polimeni per avermi recuperato e portato al punto di partenza dove ho lasciato inizialmente la macchina. Quindi le persone che sono venute con me ed il prof. Picone. Un ringraziamento speciale va anche alla sezione del Club Alpino Italiano di Reggio Calabria di cui faccio parte. Grazie di tutto“.

Anche per quest’anno Rocco è riuscito non solo a collezionare un’altra bella esperienza, ma anche a far conoscere questa fantastica iniziativa ai reggini che magari, un altro anno, vorranno parteciparvi.
“L’impresa anche quest’anno non è stata semplice, non è di certo come fare una passeggiata quotidiana, il caldo, la ripidità, il lungo percorso sono fattori che potrebbe spingere chiunque a ripensarci, ma la cosa che più scoraggia un escursionista professionista è non potersi godere a pieno il viaggio a causa di sentieri non esattamente ‘praticabili’. In alcuni punti l’erba è davvero alta ed i segnali non sono perfettamente visibili, perdersi quindi, soprattutto per chi non è abituato, è abbastanza semplice”.
Ci auguriamo comunque che Rocco possa continuare a ripercorrere a lungo questo cammino e di festeggiare con lui i suoi anniversari, sperando che i reggini partecipanti siano sempre più, perché non esiste modo migliore di apprezzare la propria terra se non viverla!