Reggina, Basile:"Alcuni gicatori dovrebbero andare in fabbrica"

Conferenza fiume per Salvatore Basile. Veramente t

Conferenza fiume per Salvatore Basile. Veramente tantissimi i temi trattati: vi proponiamo la seconda parte dell’intervento del Direttore Sportivo amaranto, andato in scena pochi minuti fa. A partire, dalla dichiarazione inerente tutti i dettagli della cessione di Bianchimano“Con Andrea abbiamo fatto un’operazione che non si vede tutti i giorni in Lega Pro. Non rivelo le cifre esatte, sarebbe poco galante. Dico comunque che abbiamo chiuso una trattativa pesante, realizzando una grande plusvalenza. Il Perugia lo ha lasciato in prestito a noi, pagandone lo stipendio come prevede la legge. Non vi è altro da aggiungere”.

Basile, poi, ha rivelato altri retroscena: “Dispiace non aver chiuso De Vito, un bravissimo ragazzo che avrebbe fatto di tutto pur di venire qui. Mezavilla, poi, resta un giocatore della Reggina, toccherà al mister deciderne l’impiego. Infine, vi racconto del veto irremovibile posto dal Presidente sull’arrivo di Orlando, nonostante la trattativa fosse comunque in fase embrionale, memore di alcuni episodi accaduti in passato (quando il giocatore vestiva la maglia del Messina, ndr)”

Sette gli attaccanti in rosa attualmente. Un numero, secondo il DS, congruo: “Abbiamo cambiato modulo, scegliendo di sopperire, per esempio, alla prolungata assenza di Jacopo Sciamanna. Facendo, inoltre, ragionamenti anche in ottica futura“. A mercato finito inizia la caccia al rinnovo dei pezzi pregiati. Marino in primis“Abbiamo in agenda un incontro con il procuratore, vogliamo assolutamente prolungare la scadenza dell’accordo”

Turrin scontento? Basile è durissimo: “Non poteva in ogni caso andar via visto i due trasferimenti già fatti nella stagione 2017-2018. Comunque noi siamo contenti di averlo con noi, se lui non dovesse esserlo non sarebbe un problema mio. Nel calcio i giocatori vengono pagati per giocare a calcio, chi non sta bene in un determinato posto, può alzare la mano e andare via”

Su ulteriori possibili malcontenti: “Quando iniziai a giocare io a calcio, ricordo che avrei pagato io una società come la Reggina, con una simile piazza ed un simile blasone, pur di far parte di un club del genere. Ripeto che chi non fosse contento qui, non è obbligato da nessuno a rimanerci. Anche perchè, a mio avviso, abbiamo dato a tutti l’opportunità di giocare e farsi valere. Prendo ad esempio, per chiudere il discorso, Simone Auriletto”

Si ritorna, quindi, ancora una volta, sul clima nello spogliatoio negli ultimi due mesi del 2017:”Dopo Catania, evidentemente, ci sono stati dei problemi con alcuni soggetti. Oggi, questi soggetti sono stati ceduti. Perché qui c’è una proprietà forte, che detiene in maniera unica il potere decisionale. Cosa che abbiamo dimostrato con le operazioni di mercato. Chi non vuole stare qui può benissimo andar via. Nessuno è insostituibile, lo dimostra la storia del calcio

La posizione di Maurizi, dunque, non è stata mai in discussione: Qualcuno, forse, a cui peraltro puzza la bocca di latte, pensava di poter ottenere qualcosa con determinati atteggiamenti. Se un ragazzo che gioca a calcio si lamenta, deve imparare a fare sacrifici. Dovrebbe alzarsi la mattina ed andare in fabbrica. La società nutre un’immensa fiducia in Maurizi, cosi come anch’io ne ho una grandissima stima”.

Chiosa finale, poi, sulle prospettive future della Reggina:“Tante squadre vivono di prestiti, anche in virtù della Legge Melandri sulla ridistribuzione dei diritti tv che fanno la differenza in Serie A, non in C. Vendere un giocatore, realizzare una plusvalenza è diventato molto difficile. Per questo noi, che siamo l’espressione di un territorio in oggettiva difficoltà, facciamo determinati ragionamenti. La Reggina, presieduta dalla famiglia Praticò, senza l’aiuto di nessuno difficilmente potrà far un campionato di vertice. Sono convinto, comunque, che una società con questa tradizione e questo blasone, prima o poi riuscirà a risalire, anche se non so quando potrà accadere”.