Come affrontare i test di medicina? Da Reggio Calabria il progetto per aiutare gli studenti

Nel maggio del 2011 Giuseppina Princi, preside del

Nel maggio del 2011 Giuseppina Princi, preside del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria, decide di trasformare in progetto un’idea che da tempo le balena per la testa. Da settimane infatti diversi genitori dei suoi alunni le pongono una questione: «Preside, per quale motivo non attiva dei percorsi ad hoc per la preparazione ai test di medicina?». E la professoressa a rispondere: «Perché no?». Da questo input Princi coglie la palla al balzo e innova l’offerta formativa per i suoi studenti. Come? Prima incontra il presidente dell’Ordine dei medici di Reggio e subito dopo introduce nei piani di studio una materia aggiuntiva: «Biologia con curvatura Biomedica». In due mesi l’idea diventa un progetto strutturato del Liceo Da Vinci. Non è vincolante, ma ciascun studente è libero di partecipare o meno. «L’idea – argomenta Princi – piace perché in questo modo i ragazzi capiscono se sono o meno portati alla facoltà di medicina. Spesso succede che l’iscrizione a quell’indirizzo sia il risultato delle aspettative della famiglia, oppure sia legato alla professione dei genitori, se, ad esempio, uno dei due è medico».

Princi desidera porre tutti gli studenti sullo stesso piano, più o meno abbienti, seguendo un principio di uguaglianza. Ma l’obiettivo resta uno soltanto: consentire agli studenti di arrivare sicuri e preparati al test di ammissione alla facoltà di medicina. Così da realizzare quello che per molti ragazzi è il sogno della vita: «Diventare un medico». Con un dettaglio: in questo modo la preside fronteggia anche «il mercato delle scuole di preparazione di accesso alle facoltà mediche a numero chiuso» che avendo costi elevati non sono accessibili a tutte le famiglia. Pronti via, fioccano le iscrizioni che nel corso degli anni si attestano attorno a una media di 150 ragazzi. Il progetto decolla, appassiona gli studenti anche perché li fai uscire dalla didattica classica ponendoli un passo più avanti. Ma di cosa si tratta? La sperimentazione è indirizzata agli studenti delle classi terze, ha una durata triennale, con un monte ore annuale di 50 ore così ripartite: 20 ore tenute dai docenti di scienza, 20 dai medici incaricati dagli ordini provinciali, e infine 10 ore presso le strutture sanitarie individuate dagli ordini dei medici e chirurghi e Odontoiatri provinciali. In sostanza chi aderisce al progetto ogni settimana avrà un impegno aggiuntivo di un’ora, solitamente dalle 13 alle 14. Di più: alla conclusione di ogni nucleo tematico di apprendimento si prevede anche un test con 45 quesiti a risposta multipla sul modello degli esami di accesso alla professione medica. Il progetto funziona al punto che dopo due cicli scolastici i risultati fanno esultare la preside Princi: «Il 98% degli studenti inseriti nel percorso ha superato il test di medicina senza alcuna ulteriore preparazione».

Non a caso l’offerta formativa ideata dalla preside Princi riceve prima il parere positivo della Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici e del comitato centrale della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici. Poi il Miur indica il liceo Scientifico Da Vinci come scuola capofila e coordinatrice di tutti i licei che aderiscono alla piattaforma digitale. La novità è che da quest’anno anche il classico potrà aderire al progetto. Sono circa 80 le scuole che avranno al suo interno il percorso di orientamento «Biologia con curvatura biomedica». Il tutto sarà monitorato da una cabina di regia nazionale che avrà il compito di esercitare l’indirizzo e il coordinamento e sulla base dei risulterà valuterà o meno se estenderlo i liceo classici e scientifici del Paese. «Non è stato possibile soddisfare tutte le richieste», allarga le braccia la dirigente del Da Vinci. La quale racconta un aneddoto che la rende ancora oggi euforica: «Un giorno mi squilla il telefono: era un genitore di Milano che mi chiedeva informazioni su quali fossero le scuole con la sperimentazione nel capoluogo lombardo. Altrimenti, ha aggiunto, lo porterò a Reggio Calabria». E il 19 settembre presso la Sala conferenza del Miur, davanti a tutti i dirigenti scolastici e ai presidenti degli Ordini coinvolti, sarà presentata la seconda annualità del percorso. E ovviamente non potrà non esserci la preside Princi, l’ideatrice del progetto, colei che in fondo ha rilanciato l’immagine di un sud dimenticato che, come chiosa, «fa scuola al resto del Paese».

Fonte: Corriere della Sera